Giù le mani dal Natale!
Vietato dire Natale!
Secondo quanto riportato dall’agenzia Sir (1), il presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole (Eui), Renaud Dehousse, avrebbe deciso che – per ottemperare agli obblighi del ‘Piano per l’uguaglianza etnica e razziale dell’Eui’ – “l’ex festa ‘Natale’ verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano”.
Niente Natale. Nessun riferimento al cristianesimo. Non sia mai!
“Le regole per l’uguaglianza etnica nell’Eui – ricorda il Sir – prevedono infatti che se da un lato le feste religiose vanno inserite nel calendario, dall’altro il linguaggio con cui le si comunica deve essere ‘inclusivo’. Quindi ora si accettano proposte su come rinominare il Natale (per il cui festeggiamento però ‘gli aspetti tradizionali e folcloristici possono rimanere parte dell’evento’)”.
Ecco, ci risiamo. Dove non riuscirono Hitler, Stalin e tanti altri persecutori del cristianesimo – che pure provarono ad abolire o trasformare radicalmente il Natale – ora si sta cimentando un ente di studio e ricerca finanziato dall’Unione europea.
Gesù torna a dividere, ad essere segno di scandalo e contraddizione. C’è ancora chi, scientemente, sebbene educatamente, vuole toglierlo di mezzo, cancellarlo, gettarlo nell’oblio.
Ancora, una volta, “la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta” (Gv 1,5).
Il tutto, come detto, avviene in nome dell’inclusività, dell’accoglienza, della tolleranza. Ma che significa? È davvero così che si è inclusivi, accoglienti, tolleranti? Cancellando chi siamo? Abolendo una tradizione quasi bimillenaria?
A quanto ci risulta, finora la notizia è stata data solo dall’agenzia cattolica Sir. Speriamo sia un errore. Speriamo sia una incomprensione.
Ma va fatta chiarezza. Subito. Perché, se fosse tutto vero, sarebbe gravissimo.
Per questo, se non l'hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione (che puoi trovare anche qua a fianco) di Pro Italia Cristiana al presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, Renaud Dehousse.
Per due ragioni:
1. chiedergli se è vero o no quanto riportato dal Sir;
2. e se è vero, per esprimergli tutta la nostra comune riprovazione per questo atto di cancellazione, di vera e propria distruzione della tradizione cristiana del nostro Paese e dell’Occidente intero.
All’interno dell’ente di studio c’è già chi, in puro stile pagano, ha proposto di chiamare il Natale “Festa d’Inverno”.
Tuttavia, grazie a Dio, all’interno dell’istituto non mancherebbero neanche le perplessità.
Come vedi, anche in mezzo alle tenebre più dense, c’è sempre un piccolo spiraglio di luce che emerge.
Ebbene, dobbiamo dare forza a questa opposizione, stimolandola a reagire contro una tale follia.
Dobbiamo essere tempestivi ed efficienti, denunciare quanto fatto clamoroso all’opinione pubblica. Ora, adesso, subito. O sarà troppo tardi.
Ripetiamo, prima di tutto occorre fare chiarezza. La notizia del Sir è vera o no? E se è vera, bisogna protestare e condannare il tentativo di cancellazione del Natale.
Qui sono in gioco la nostra civiltà, la nostra cultura, la nostra religione. Siamo in gioco noi stessi.
Non possiamo permettere che questa deriva persecutoria si insinui nella nostra società.
Se non l'hai ancora fatto, firma subito qui la petizione (che puoi trovare anche qua a fianco) per chiedere al presidente dell’Istituto universitario europeo di Fiesole di smentire quanto riportato dal Sir e di prendere le distanze dalla presunta decisione di cambiare il nome al Natale in omaggio alla inclusività.
Se non agiamo subito, domani sarà troppo tardi.
Occorre far emergere questi fatti, perché non possano passare indisturbati e sotto silenzio.
Basta con gli attacchi alla nostra fede! Basta con gli attacchi alla nostra civiltà!