Gli eco-attivisti fanno ancora parlare di sé! Ora basta!

Gli eco-attivisti fanno ancora parlare di sé! Ora basta!

Ancora oggi siamo costretti a vedere atti oltraggiosi e irrispettosi da parte degli eco-attivisti contro il patrimonio culturale italiano ed europeo.

Non possiamo permettere che i nostri tesori storici e artistici vengano deturpati in nome di qualunque causa. La protezione e la salvaguardia dei nostri beni culturali devono essere una priorità assoluta, per preservare la nostra storia e la nostra identità per le future generazioni.

Ancora una volta gli eco-attivisti hanno superato i limiti della decenza!

Non ci sono parole per esprimere l'indignazione verso gli ignobili atti vandalici accaduti nelle ultime settimane. Ecco i fatti:

Mercoledì 19 giugno, alcuni eco-attivisti di Just Stop Oil hanno spruzzato della vernice sui megaliti di Stonehenge, patrimonio dell'umanità UNESCO in Inghilterra.

Un giorno non casuale visto che arriva il giorno prima dell’inizio delle celebrazioni per il Solstizio d’estate, appuntamento che richiama ogni anno una folla di persone che aspettano l'alba per godere della spettacolare scena che si scorge tra i monoliti vicino ad Amesbury nello Wiltshire.

La scena dell'azione degli ecoattivisti è stata filmata in un video dallo stesso gruppo ambientalista che ha poi postato online il blitz sui suoi canali social.

Nel filmato si vedono due persone armate di estintori caricati con della vernice arancione che corrono verso il sito neolitico e spruzzano la sostanza sulle antiche rocce tra le urla dei visitatori presenti in quel momento.

Successivamente, la polizia del Wiltshire ha arrestato una studentessa di 21 anni di Oxford e un uomo di 73 anni di Birmingham per danneggiamento del monumento.

Just Stop Oil ha difeso l'azione, affermando che la vernice scomparirà con la pioggia, sottolineando l'urgenza di azioni governative per affrontare la crisi climatica ed ecologica.

Le proteste non si sono fatte attendere.

Infatti, il primo ministro Rishi Sunak ha condannato l'azione come un “atto vergognoso di vandalismo”. Un portavoce di English Heritage, che gestisce il sito archeologico, ha descritto il blitz come "estremamente sconvolgente" e ha confermato che il sito è rimasto aperto al pubblico, aggiungendo che i curatori stanno "indagando sull'entità del danno".

E' il momento di gridare forte il nostro sdegno verso questa follia ecologista! Ora basta!

Questi movimenti vogliono la distruzione totale della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostra proprietà privata! E noi non possiamo permetterglielo!

Per questo, qualche mese fa, abbiamo lanciato una petizione indirizzata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi chiedendogli di agire prontamente per limitare tali gruppi che portano solo danni e problemi alla vita quotidiana dei cittadini e al benessere della società in generale.

Ma anche in Italia gli eco-attivisti hanno trovato l’occasione per provocare nuovamente altri ingenti danni.

Infatti, in zona Lomellina, nella notte tra il 20 e il 21 giugno, un commando di ecoterroristi (perché questo è forse il termine più adeguato per definirli) ha distrutto il primo campo sperimentale in Italia di riso immune alle malattie grazie alle Tea, le Tecniche di evoluzione assistita che accelerano in laboratorio l’evoluzione naturale dei vegetali.

Le piantine di riso, messe a dimora alla metà di maggio, galleggiavano la mattina seguente nelle placide acque della risaia dove stavano crescendo.

Fra l’altro i nuovi vegetali come quello sradicato in Lomellina, oltre a riprodurre su una scala temporale brevissima le variazioni genetiche che possono avvenire in natura, hanno il pregio con la loro resistenza alle malattie, di poter azzerare quasi del tutto l’impiego di agrofarmaci.

Uno degli obiettivi tanto cari agli eco-attivisti.

Ha ragione l’assessore regionale all’Agricoltura della Lombardia, Alessandro Beduschi, che lo ha definito un «atto criminale», un gesto «che compromette una sperimentazione che per primi in Italia eravamo riusciti ad avviare con uno sforzo politico importante e unendo le migliori competenze scientifiche sulla materia. Non ci sono commenti per condannare il gesto di chi, pensando di distruggere un piccolo campo di 28 metri quadri, ha bloccato anni di studi che finalmente potevano essere applicati in concreto».

Questa spirale di follia ecologica ha raggiunto un punto critico da cui sembra non esserci via d'uscita. È davvero insostenibile continuare a subire gli atti di vandalismo perpetrati da coloro che, in nome di una presunta causa ambientalista, si ergono come giudici e giustizieri della natura.

Se non l’hai ancora fatto, firma subito la petizione per far sentire forte la nostra voce, urlare il nostro “no” a questo continuo eco-scempio, senza se e senza ma.

Dalle parole, si dovrebbe finalmente passare a fatti concreti!


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