Gli ecoattivisti non si fermano! È il momento di dire basta!
Dopo il blitz di aprile al David dell'Accademia e quello di marzo agli Uffizi, gli ambientalisti di Ultima Generazione sono tornati a farsi sentire a Firenze.
Stavolta il bersaglio è stato il primo consiglio comunale della nuova giunta della sindaca Sara Funaro.
La contestazione è iniziata pochi minuti dopo il canto dell'inno e il giuramento della sindaca, destabilizzando immediatamente la situazione.
Una volta che la Funaro ha terminato di leggere, sono iniziati a piovere i primi fischi fuori da Palazzo Vecchio, dove poco meno di una decina di manifestanti si erano riuniti per richiamare l'attenzione contro il turismo massificato della città e l'emergenza climatica.
Poi, alcuni manifestanti si sono introdotti nel palazzo comunale e si sono fermati sulle scale. Armati di cartelli di protesta su cui erano scritti messaggi come “Deserto sociale” e “Città vetrina”, e con l'ausilio di un microfono, hanno fatto sentire la loro voce con forza.
Questo ennesimo atto dimostrativo degli ecoattivisti di Ultima Generazione non può essere, come sempre, ignorato.
È arrivato il momento di prendere provvedimenti seri e decisi
contro queste azioni che finiscono per destabilizzare l'ordine pubblico e interrompere il normale svolgimento delle attività cittadine.
Non si può continuare a tollerare tali intrusioni: è ora di fermarli!
I movimenti, come Ultima Generazione, vogliono la distruzione totale della nostra civiltà, della nostra cultura, della nostra proprietà privata! E noi non possiamo permetterglielo!
Per questo, qualche mese fa, abbiamo lanciato una petizione indirizzata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi chiedendogli di agire prontamente per limitare tali gruppi che portano solo danni e problemi alla vita quotidiana dei cittadini e al benessere della società in generale.
C'è bisogno di azioni concrete e tempestive per fermare questi episodi di ecofanatismo.
In Gran Bretagna, per esempio, ci vanno giù duri.
Cinque attivisti di “Just stop Oil” sono stati condannati al carcere da quattro a cinque anni per aver tentato, nel 2022, di bloccare la M25, una delle arterie principali di Londra.
La sentenza li ha ritenuti colpevoli di “associazione a delinquere finalizzata ad arrecare disturbo alla collettività”. Si tratta della più lunga pena detentiva mai inflitta in Uk per atti di protesta come l’occupazione di strade.
“Il fatto è che ognuno di voi qualche tempo fa ha oltrepassato il confine da attivista preoccupato a fanatico. Vi siete nominati arbitri unici di ciò che dovrebbe essere fatto riguardo al cambiamento climatico, senza essere vincolati né dai principi della democrazia né dallo stato di diritto” ha spiegato il giudice Christopher Hehir.
La protesta in origine era stata pensata contro l’esplorazione nel Mar del Nord alla ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas. I condannati avevano organizzato una riunione online per raccogliere quanti più adepti possibili disposti ad occupare l’arteria stradale, blocco che poi non è mai avvenuto.
Il progetto era quello di creare “la più grande perturbazione al traffico della storia moderna britannica”. Un modo di agire che avrebbe “oltrepassato la linea che separa un fanatico da un attivista preoccupato”.
Qualcosa di simile potrebbe accadere presto anche in Italia!
Infatti, il ddl Sicurezza, al momento in discussione in Parlamento, potrebbe trasformare i blocchi stradali in crimini punibili con la reclusione da sei mesi a due anni quando effettuato da più persone.
Ormai è urgente che, anche in Italia, vengano assunte azioni risolute contro questi gruppi fanatici di ambientalisti. Dalle parole, si dovrebbe finalmente passare a fatti concreti!
Questo è un appello non solo per la tutela dei cittadini, ma anche per la difesa stessa dei valori fondamentali della nostra civiltà.
Insieme, riusciremo a vincere anche questa Battaglia!