In Nigeria e Kenya ancora sacerdoti uccisi e comunità cattoliche devastate

In Nigeria e Kenya ancora sacerdoti uccisi e comunità cattoliche devastate

Padre Alfonsus Afina è un sacerdote nigeriano, che ha fondato un centro per aiutare le vittime dei terroristi islamici di Boko Haram.

È stato rapito lo scorso primo giugno su una strada nei pressi di Gwoza, nello Stato di Borno, mentre tornava dalla Santa Messa.

Il Vescovo ausiliare di Maiduguri, mons. John Bogna Bakeni, ha chiesto di pregare per lui. Da gennaio ad oggi in Nigeria sono già stati rapiti 15 sacerdoti.

Non tutti sono tornati… Due di loro, infatti, sono stati uccisi. Gli altri, invece, sono stati rilasciati. Ma quando finirà questa persecuzione?

La Nigeria è devastata anche dalla presenza dei pastori Fulani, tutti musulmani affiliati a bande islamiste.

Nei giorni scorsi hanno sferrato diversi, violenti attacchi contro i villaggi cristiani dello Stato di Plateau.

Hokk, Pangkap, Fokoldep, Kopmur, Margif, Horop, Mbor, Mushere, Kwahas, Mijing sono solo alcuni dei centri colpiti.

Sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco contro la popolazione e date alle fiamme le loro case. Almeno 93 i morti.

Oltre 15 parrocchie sono state costrette a chiudere. Lo scorso 31 maggio i sacerdoti cattolici hanno accusato l’esercito nigeriano di complicità con gli jihadisti.

La situazione è intollerabile, ma la cosa peggiore è che nessuno ne sa niente. Come sempre i media internazionali tacciono ed il sangue di questi autentici martiri scorre nel silenzio.

Aiutaci a fare in modo che la gente invece sappia e che si unisca a noi in preghiera per queste comunità cattoliche! Intendiamo potenziare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione tramite social.

È molto importante sia informare l’opinione pubblica di quel che realmente accade, sia consentire che il buon cuore della gente esprima una solidarietà concreta con preghiere ed aiuti.

Quest’operazione ha un costo, tuttavia, che da soli non riusciamo a sostenere. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!

È molto importante, per cercare tutti insieme di fermare il massacro, di cui sono vittima questi nostri fratelli nella fede.

Non solo in Nigeria. In Kenya, infatti, la situazione non è migliore. Nei giorni scorsi si sono registrati l’omicidio di due sacerdoti e quotidiane violenze anticristiane.

Le Suore Missionarie Benedettine del Priorato del Sacro Cuore hanno cessato la loro attività e chiuso le strutture nella Kerio Valley sino a quando non miglioreranno le condizioni di sicurezza.

Non possiamo tollerare che tutto questo continui, restando indifferenti e senza muovere un dito per aiutare questi nostri fratelli nella fede, la cui unica colpa è quella di credere in Cristo!

Se l’Occidente è indifferente, cieco e muto, ebbene noi non lo siamo! Parte degli jihadisti, che insanguinano questi Paesi giunge anche in Europa attraverso l’immigrazione selvaggia.

Rappresentano cellule pericolose presenti nelle nostre strade e nelle nostre piazze, pronte a proseguire qui le operazioni di terrorismo islamico già sferrate nelle loro terre d’origine.

Se non li fermiamo prima, smantellando la loro rete di odio e terrore in Africa, potrebbero costituire presto un serio problema anche da noi.

Aiutaci ad informare l’opinione pubblica in merito al profondo e radicato odio anticristiano, che insanguina Nigeria, Kenya e le altre regioni del mondo colpite.

Più saremo, più pregheremo, più agiremo tramite le realtà cattoliche operanti in questi Paesi e prima potremo consentire a queste Chiese, a questi nostri fratelli di vivere in pace.

Restare indifferenti significa divenire complici della violenza. Non consentiamolo!

 

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