
In Nigeria e Nicaragua prosegue senza sosta la persecuzione dei cristiani
Ancora cristiani martiri a causa della loro fede.
Accade in Nigeria, dove tra il 24 ed il 26 maggio scorsi, in diversi villaggi dello Stato del Benue, nella regione del Middle Belt, diocesi di Makurdi, sono avvenuti nuovi massacri.
Almeno 36 i morti – tra i quali anche un adolescente, un bambino di 2 anni ed un agente di Polizia -, numerosi i feriti. Ed i tanti rapiti sono stati trattenuti come ostaggi.
Fonti locali hanno attribuito quest’ennesima ondata di violenza agli jihadisti islamici Fulani. Sarebbero loro gli autori degli attacchi coordinati, scatenati negli insediamenti agricoli.
Nei pressi dell’epicentro di questo nuovo, efferato eccidio ha sede una postazione dell’esercito nigeriano.
Il fatto che i militari non siano intervenuti, pur trovandosi a pochi passi, ha suscitato più di una perplessità e non poca preoccupazione.
Tornano alla mente le parole di San Pietro, che già ammoniva di non esser «sorpresi per l’incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi» (I Pt 4, 12).
Ed è esattamente questo ciò che accade. Non solo in Nigeria, ma anche all’altro capo del mondo, in Nicaragua.
Qui nei giorni scorsi almeno 28 proprietà della Chiesa cattolica – tra le quali università, cliniche e conventi – sono state confiscate e trasformate in uffici statali o centri di propaganda politica.
Nel caso di chiese, cappelle e luoghi di preghiera tali cambi di destinazione d’uso sono corrisposti ad autentiche profanazioni. Per non parlare del furto di beni mobili e articoli religiosi di valore.
Purtroppo nulla ferma il dittatore marxista Daniel Ortega, che in Nicaragua sta procedendo anche in questi giorni con nuovi espropri.
Davvero il cuore dell’Occidente si è tanto indurito da riuscire, mentre tutto questo accade, a volgere lo sguardo altrove, indifferente, senza esprimere una parola di solidarietà, di conforto?
Come è possibile chiudersi in un silenzio complice di fronte a queste tragedie ed al loro incessante ripetersi nel tempo? Abbiamo bisogno del tuo aiuto. Per due motivi.
Il primo è per stare accanto a questi nostri fratelli nella fede, sostenendo anche grazie al tuo contributo le presenze cattoliche operanti sui luoghi della tragedia.
Il secondo consiste nell’informare l’opinione pubblica, spezzando l’omertà pressoché totale imposta dai media su queste notizie.
Con la tua migliore offerta – 50 euro, 25 o 10 euro, ad esempio – potremo fare tutto questo. E lo potremo fare anche grazie a te.
Non dimentichiamo che nel mondo, come riportato nella «World Watch List 2025», oltre 380 milioni di cristiani subiscono alti livelli di persecuzione.
In particolare, ogni giorno 1 cristiano su 7 patisce discriminazioni e violenze a causa della propria fede. Spesso pagata anche col sangue del martirio.
Sono i dati allarmanti, che provengono da almeno 50 Paesi, per lo più distribuiti nelle regioni dell’Africa, specie quella subsahariana, dell’Asia e dell’America Latina.
Ricordiamo ciò che scrive San Paolo: «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (I Cor 12, 26).
Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto! Consentimi con la tua migliore offerta di far sentire loro la nostra vicinanza, la nostra comunione, la nostra solidarietà.
E permettimi di lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione, anche tramite i social, affinché nessuno possa dire: “Non sapevo”.
Quel che avviene in Nigeria, in Nicaragua ed in molte, troppe aree del mondo, dove si subiscono lutti e sofferenze a causa della fede in Cristo, non sono “fatti loro”. Riguardano anche noi.
Quella violenza interpella le nostre coscienze, i nostri cuori, la nostra fede. Non possiamo restarvi indifferenti!