La decadenza non basta, sia REVOCATA l’onorificenza a Tito!

La decadenza non basta, sia REVOCATA l’onorificenza a Tito!

Non te lo nascondiamo, ci siamo commossi quando abbiamo letto questa notizia.

Solo lo scorso 23 agosto a Sošice, nei pressi di Zagabria, si è proceduto ai funerali ed alla sepoltura delle 814 persone, che nel 1945 vennero scaraventate ancora vive nella foiba di Jazovka.

Erano soldati, civili e suore del locale ospedale, tutte vittime delle vendette disumane perpetrate dal regime comunista jugoslavo, di cui fu “regista” il dittatore Tito.

Non fu certo, quello di Jazovka, l’unico caso: nella vicina cittadina di Samobor, ad esempio, il terreno è pieno zeppo di fosse comuni ancora inesplorate.

Foibe sono presenti in tutta la Croazia e la Bosnia-Erzegovina: nella cosiddetta «Via Crucis del popolo croato», tra Bleiburg, Maribor, Macelj e Zagabria, vi furono 200.000 morti in pochi giorni.

Sai cosa ci fa rabbia? Pensare che ancora oggi l’Italia “onori” l’autore e la causa di questi orrendi crimini, Tito, con la massima onorificenza che la nostra Repubblica possa assegnare.

Il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito non gli è mai stato levato! Come se la Storia non fosse mai stata scritta, come se nulla fosse accaduto…

L’anno scorso il Quirinale ha puntualizzato come tale onorificenza sia decaduta con la morte dell’insignito. Ma questo è un semplice gioco di parole, un modo facile per liquidare il problema!

Questo placebo, per mettere in pace la coscienza e sperare di zittire le critiche, non cancella l’onta di avergli assegnato il titolo, quel 2 ottobre del 1969, quando cioè l’accaduto era già noto a tutti!

La semplice decadenza è cosa ben diversa, infatti, dalla revoca perpetua, che, in base a quanto previsto dalla proposta di legge C. 110, «può essere disposta anche dopo la morte dell’insignito».

E ciò, come specificato dalle proposte di legge C. 883 e C. 886, nel caso in cui questi «si sia macchiato di crimini crudeli e contro l’umanità». Come nel caso, per l’appunto, di Tito.

Non basta quindi la decadenza, occorre che l’Italia gli tolga il titolo, dando così un segnale forte e chiaro ai familiari delle vittime e per la Storia!

Tra il 1943 ed il 1947 almeno 20 mila Italiani morirono ed almeno 300 mila furono esuli a causa del dittatore comunista jugoslavo!

Noi non possiamo sorvolare su tutto questo, non trovi? Non possiamo far finta di niente! Perché un conto è la decadenza, tutt’altra cosa invece è la revoca perpetua dell’onorificenza immeritata!

Noi oggi abbiamo due strumenti efficaci per chiedere una revisione di questa pagina infamante della nostra Storia patria.

Il primo consiste nel firmare, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Via la medaglia a Tito!», promossa da Pro Italia Cristiana ed indirizzata a tutti i deputati della Repubblica.

Il secondo consiste nel promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione in merito, che faccia sapere agli Italiani come stiano realmente le cose, impedendo di esser presi per il naso.

Per farlo, però, abbiamo bisogno del tuo aiuto, perché dobbiamo farci carico direttamente di informare quanta più gente possibile, non possiamo sperare che se ne occupi la grande stampa.

I social rappresentano il modo più efficace e veloce per contattare tanti in poco tempo, ma hanno un costo, di cui da soli non potremmo farcene carico. Per questo, ti chiediamo di darci una mano!

Le Sinistre, dopo la precisazione con cui il Quirinale ha dato notizia della decadenza del titolo, si sono aggrappate, infatti, a questo, per sbeffeggiare quanti, giustamente, ne chiedessero la revoca.

Ma noi non ci lasciamo ingannare da queste facili “sanatorie”! Noi chiediamo di cancellare quell’immeritata onorificenza, con onta e infamia dell’insignito, colpevole di efferati crimini!

Le parole, pronunciate durante l’omelia dall’arcivescovo di Zagabria, mons. Dražen Kutleša, in occasione dei funerali e della tumulazione delle vittime della foiba di Jazovka, mi hanno toccato…

Vale la pena di leggerle integralmente. Puoi farlo qui: https://lanuovabq.it/it/le-814-vittime-della-foiba-di-jazovka-invisibili-per-tutti-ma-non-per-dio

È un testo un po’ lungo, ma vola veloce e scorre nei cuori, in un crescendo di commozione. Ti citeremo solo alcuni passaggi, particolarmente significativi.

Chi aveva ordinato di eliminare le vittime del comunismo nelle foibe, «si muoveva liberamente, riceveva decorazioni, ricopriva cariche dello Stato».

«I loro nomi erano pronunciati con onore». Come nel caso di Tito. Ed «il comunismo, sebbene abbia falciato il maggior numero di vite umane, non è mai stato ufficialmente condannato».

La pace vera si costruisce sulla verità e sulla giustizia. Per questo chiediamo la revoca dell’onorificenza concessa dall’Italia al dittatore comunista jugoslavo. La decadenza non basta.

Lo dobbiamo alle decine di migliaia di vittime. Lo dobbiamo alla Storia.

 

Dona