
Legge 75: l’Italia alza il muro contro l’immigrazione clandestina!
Bisogna dire le cose come stanno: l’immigrazione irregolare ha superato ogni limite. Ha minato la sicurezza, intasato il sistema dell’accoglienza, e alimentato il business illegale dei trafficanti.
Per troppo tempo si è finto che non fosse un problema. Ma oggi l’Italia ha cambiato rotta, con misure chiare, coraggiose e necessarie.
Con la legge n. 75/2025, che ha convertito il “Decreto Albania”, il governo ha segnato un punto di svolta.
Si tratta di un pacchetto normativo concreto e strutturato per contrastare con forza l’immigrazione illegale, proteggere i confini e ripristinare la legalità. Ecco cosa cambia davvero:
🔹 Centri di rimpatrio in Albania: Grazie al Protocollo Italia-Albania, è ora pienamente operativo il centro a Gjadër, dove possono essere trattenuti anche i migranti destinatari di provvedimenti già convalidati o prorogati. Se una domanda d’asilo è palesemente strumentale, è possibile disporre un nuovo trattenimento entro 48 ore.
🔹 Procedure accelerate per l’asilo: Le richieste presentate direttamente alle frontiere o nelle zone di transito vengono esaminate in tempi rapidi, bloccando i tentativi di insediamento illegale.
🔹 Rafforzamento dei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR): Prorogata fino al 2026 la possibilità di derogare a vincoli urbanistici e burocratici per costruire, ampliare o ripristinare i CPR. Si accelera così l’espulsione di chi non ha diritto a restare.
🔹 Elenco dei Paesi sicuri aggiornato: È stato confermato e rafforzato l’elenco dei Paesi d’origine considerati sicuri (tra cui Albania, Egitto, Marocco, Tunisia). Questo permette di velocizzare i rimpatri e ridurre l’afflusso di domande infondate.
🔹 Stretta sulle rivolte nei centri e nelle carceri: Introdotta una nuova fattispecie di reato per le sommosse nei centri per immigrati irregolari, come già previsto per le carceri.
🔹 Sicurezza urbana e difesa dello Stato: Il decreto prevede anche misure contro la microcriminalità, le occupazioni abusive, e introduce sanzioni più severe per reati come i borseggi seriali e le truffe agli anziani.
Queste non sono parole, sono fatti. E ora, anche l’Europa ci dà ragione!
La Commissione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, ha adottato una linea molto simile, proponendo di applicare il concetto di Paese terzo sicuro anche senza un legame diretto tra il migrante e lo Stato di transito.
Questo vuol dire che anche solo il passaggio da un Paese sicuro può giustificare il rimpatrio. Ed è ogni singolo Stato a decidere quali sono questi Paesi: proprio come ha fatto l’Italia.
Chi tenta di aggirare il sistema sarà fermato, chi è in buona fede e ha diritto alla protezione sarà accolto. Ma il tempo dell’anarchia migratoria è finito.
Per il ministro Tommaso Foti, questa convergenza è la prova che la linea italiana è solida, fondata e ora anche guida politica per Bruxelles.
Chi, come il Pd, ancora parla di “misure inquietanti” o “violazioni dei diritti”, ignora la realtà dei fatti: difendere i confini e contrastare l’illegalità è un dovere, non una colpa.
L’Italia ha alzato la testa e l’Europa comincia a seguirla.
Ma non possiamo abbassare la guardia. La strada è quella giusta, ma servono determinazione e continuità. La migrazione illegale non si fermerà da sola.
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Fermiamo gli sbarchi”, promossa da Pro Italia Cristiana.
È il momento di far sentire la voce di chi dice basta all’invasione, basta alla clandestinità, basta al ricatto dell’accoglienza senza regole.
Il Governo sta facendo la sua parte. Ora tocca a noi cittadini far sentire la nostra. E' il momento di agire!
Se anche tu credi in un’Italia che sappia dire BASTA una volta per tutte all’immigrazione illegale, aiutaci a far crescere la nostra battaglia.
La nostra vasta campagna di sensibilizzazione su Facebook raggiunge milioni di italiani ogni settimana, ma ha assolutamente bisogno del TUO sostegno per continuare con ancora più forza e impatto.
Ogni contributo è un passo concreto verso un Paese più sicuro. Non restare a guardare. Scendi in campo con noi!
È il momento di scegliere da che parte stare: o con chi difende la nostra terra, o con chi la vuole svendere al caos.