L’illusione dell’emancipazione: come l’islam radicale riprogramma le nuove generazioni

L’illusione dell’emancipazione: come l’islam radicale riprogramma le nuove generazioni

C’è un vento che soffia sull’Europa, e non è un vento che profuma di libertà.

È un vento che si insinua patinato, quasi accogliente… ma che porta con sé un progetto di controllo e regressione.

Oggi l’ascesa dell’islam radicale non si alimenta solo nelle moschee estremiste o nelle predicazioni clandestine: si alimenta soprattutto sui social, attraverso influencer che confezionano un’ideologia illiberale sotto forma di lifestyle glamour, motivazionale, “liberatorio”.

E il caso più emblematico, quasi un simbolo del nostro tempo, è quello di Hanna Hansen.

Fino a pochi anni fa era una sportiva amata: modella, madre, campionessa di kickboxing. Una donna forte, indipendente, libera.

Poi l’infortunio, la crisi personale, la ricerca di un nuovo equilibrio. Ed è lì che si è aperta una porta — o forse una voragine.

In pochissimo tempo, Hansen è diventata una delle influencer salafite più note in Germania, protagonista di comizi religiosi accanto a figure come Abu Alia e poi moglie del predicatore estremista Sven Lau.

Non un percorso spirituale intimo, ma un’ascesa pubblica, rapida, costruita con algoritmi, marketing e un messaggio radicale mascherato da rinascita personale.

Questa trasformazione dovrebbe farci riflettere.

Perché se una donna forte e autonoma può essere risucchiata da un’ideologia così rigida, quanto è facile trascinare ragazzi di 14, 15, 16 anni che cercano identità, appartenenza, protezione?

Non possiamo limitarci a osservare questi fenomeni con inquietudine o a commentarli in silenzio. È il momento di prendere posizione!

È per questo che ti chiediamo di fermarti un momento e, se non l’hai ancora fatto, firmare la petizione “Basta con la sottomissione all’Islam!”, promossa da Pro Italia Cristiana.

Firmare significa dire: io non accetto che l’estremismo si travesta da emancipazione; io non resto in silenzio mentre i nostri valori fondamentali vengono distorti. Non restare spettatore!

E — proprio perché la propaganda radicale corre veloce — abbiamo bisogno che la nostra voce corra ancora più forte.

Per questo ti invitiamo anche a sostenere la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online, un’iniziativa che sto portando avanti con determinazione per raggiungere ogni angolo della rete.

Con il tuo aiuto possiamo amplificare questo messaggio, arrivare a chi oggi non vede il pericolo e contrastare una propaganda che cresce ogni giorno attraverso TikTok, Instagram e piattaforme dove i contenuti estremisti vengono confezionati con cura professionale.

Nel cuore di questo fenomeno c’è un inganno potente: l’abilità dell’islam radicale di travestirsi da emancipazione.

Video perfetti, musica emozionale, confessioni intime: tutto studiato per convincere giovani donne che il velo sia una “corona”, un simbolo di autonomia, un segno di purezza contro l’Occidente “corrotto”.

E dietro queste narrazioni ci sono spesso influencer come Pierre Vogel, o figure più giovani e accattivanti che sanno come parlare alla Generazione Z.

Nel frattempo, nelle scuole e nelle università, crescono episodi di pressione religiosa: ragazzi che controllano il comportamento delle compagne, gruppi che vigilano su digiuni e preghiere, eventi accademici che ospitano predicatori radicali come fossero normali voci culturali.

Non è multiculturalismo, non è dialogo. È normalizzazione dell’estremismo, resa possibile dal silenzio e dalla passività di chi non osa esporsi.

E allora ti chiediamo: se chi crede nei valori europei — libertà, uguaglianza, laicità — resta in silenzio, chi parlerà?

La libertà non si perde in un giorno. Si perde lentamente, quando si smette di difenderla. E noi, oggi, abbiamo il dovere di difenderla con fermezza e lucidità.

Il silenzio è sempre il primo passo verso la sottomissione: noi non faremo mai quel passo!

 

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