
Luminarie per il Ramadan ed il velo a scuola: stop all’islamizzazione in atto!
La fine del Ramadan si avvicina… E la fine dell’Occidente?
Te lo sei mai chiesto? Lo ha detto tempo fa Mohammed Hijab, un filosofo delle religioni, musulmano: «La nostra forza sta nei numeri». E nella vulnerabilità di un’Europa senz’anima.
A Londra sono state accese le “Luci del Ramadan” ovvero luminarie simili a quelle che nelle nostre strade si accendono per Natale. Ce ne sono a Coventry Street ed a Leicester Square.
In questo periodo i parrucchieri sono rimasti aperti fino a tardi per agevolare la clientela musulmana. Harrod’s ha proposto cene per l’Iftar, il banchetto islamico consentito dopo il tramonto.
Ed i grandi supermercati si sono riempiti di pubblicità sul Ramadan. Non avevo mai visto nulla di simile finora. E credo neanche tu.
Lo stesso è avvenuto in Germania. A Berlino, Francoforte, Monaco e Colonia hanno fatto bella mostra di sé per la prima volta in assoluto filari di luminarie a tema Ramadan e relativi festoni.
Decine di migliaia di euro pubblici sono stati spesi in queste città per celebrare una festa, che ci è totalmente estranea, che non appartiene alle nostre tradizioni, alla nostra fede, alla nostra storia.
Si scrive inclusione, ma si legge islamizzazione. Un’islamizzazione aggressiva, spudorata, spietata.
Tutto questo solo un mese dopo il terribile attentato terroristico avvenuto lo scorso 13 febbraio a Monaco. Ricordi? Un 24enne afghano si lanciò con l’auto contro la folla.
Il bilancio fu di 2 morti - una madre 37enne e la figlia – ed altri 37 feriti. Gli inquirenti accertarono il movente dell’accaduto: la pista era quella islamica.
In tutta risposta noi accendiamo loro le luminarie! Uno spregio per le vittime, un insulto alle coscienze.
Troviamo assolutamente insensata ed assurda questa forma di sottomissione all’islam! L’Europa è e sempre sarà cristiana! Lo sono le sue radici, lo è la sua storia!
Eppure anche l’Italia è vittima del processo di islamizzazione in corso. Il fatto che a Monfalcone sia stata presentata una lista politica a forte connotazione islamica lo prova.
Non si tratta di una faccenda soltanto locale, in gioco c’è la tutela della nostra identità, delle nostre tradizioni, della nostra fede, della nostra cultura. Dobbiamo protestare tutti insieme!
Abbiamo due modi per farlo, entrambi efficaci. Il primo è quello di firmare, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Fermiamo l’avanzata islamica e salviamo l’Italia!».
È promossa da Pro Italia Cristiana ed è indirizzata al presidente del consiglio comunale di Monfalcone, Ciro Del Pizzo, per contrastare tale deriva istituzionale, evitando che si ripeta altrove.
Il secondo modo è quello di promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione e di protesta tramite i social.
È un modo veloce ed efficace, per far sapere a tutti quel che realmente accade e per trovare altri che, con noi, siano disposti a contrastare il processo di islamizzazione in corso.
Farlo però ha un costo, che da soli non riusciamo a sostenere. Per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto! Rappresenta un piccolo sacrificio, ma per una grande causa!
È urgente, poiché le Sinistre in Europa stanno soffiando con forza sul fuoco dell’immigrazionismo selvaggio e dell’islamizzazione forzata, per farlo divampare ovunque.
Ne vuoi la prova? Sai che in Spagna diverse centinaia di femministe appartenenti all’Unione degli Studenti hanno manifestato in piazza a favore dell’uso dell’hijab, il velo islamico, in classe?
È accaduto un mese fa nella cittadina madrilena di Parla, dopo che alcune scuole lo hanno vietato. Nel Paese iberico non esiste una norma vincolante in materia.
In nome dell’inclusione, le Sinistre promuovono l’islamizzazione radicale, accettando anche quelli che fino a ieri consideravano simboli di sottomissione e patriarcato!
E pretendono di introdurre in Europa segni, usi e tradizioni che non le appartengono, che non appartengono alla nostra Storia, ai nostri Valori, né alla nostra fede in Cristo! Sconvolgente!
Abbiamo poco tempo per cercare di fermare tutto questo! Coraggio, uniamo le nostre forze e le nostre voci in una comune protesta: nessuna resa all’islam!