Non fuggono. Non si nascondono. Restano con i loro fedeli perseguitati, senza esitazione!

Non fuggono. Non si nascondono. Restano con i loro fedeli perseguitati, senza esitazione!

Erano a Roma, in salvo, tra mura sicure e partecipavano a uno degli eventi più solenni e simbolici della Chiesa: il Conclave.

Avrebbero potuto restare. Avrebbero potuto chiedere asilo. Avrebbero avuto ogni diritto. 

Eppure hanno fatto una scelta che grida al mondo il senso più profondo della parola “fede”: sono tornati nei loro Paesi in guerra, tra le fiamme della persecuzione, accanto al loro popolo martoriato.

Il cardinale Stephen Ameyu Martin Mulla, mentre era nella Cappella Sistina per il voto, riceveva notizia che nella sua parrocchia in Sud Sudan degli uomini armati avevano assassinato un coordinatore della Caritas locale. 

Solo pochi mesi prima, nello stesso luogo sacro, avevano ucciso il direttore del coro. 

Eppure, senza esitazione, è tornato.

Il cardinale Chibly Langlois ha lasciato Roma per Haiti, un Paese devastato da centinaia di bande armate. In una sola capitale, Port-au-Prince, ce ne sono oltre 300. 

28 parrocchie sono chiuse, 40 funzionano a intermittenza e la Chiesa è costantemente nel mirino. 

E lui è lì. Presente.

Il cardinale Charles Maung Bo è tornato in Myanmar, dove le chiese vengono bombardate, i sacerdoti uccisi, le cattedrali bruciate e trasformate in basi militari. 

Ha varcato la soglia del Vaticano non per salvarsi, ma per riprendere la croce e portarla con il suo popolo.

Questi uomini di Dio scelgono ogni giorno di non voltare le spalle ai loro fedeli. Tu oggi puoi scegliere di non voltare le spalle i nostri fratelli cristiani.

Sostieni con una libera donazione la nostra vasta campagna di sensibilizzazione su Facebook: vogliamo far conoscere il dramma della persecuzione cristiana al maggior numero possibile di persone.

Ogni tua donazione è un gesto di solidarietà e verità, è un segno che anche noi, come loro, non restiamo in silenzio!

Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, tornato in Congo, denuncia a viso aperto la corruzione del potere, la violenza sistematica contro la Chiesa, i massacri di cristiani ad opera dei gruppi affiliati all’ISIS. 

A febbraio, in Nord Kivu, 70 cristiani sono stati decapitati all’interno di una chiesa. 

Eppure, lui resta e, con coraggio, denuncia.

A Managua, il cardinale Leopoldo Brenes Solórzano è tornato consapevole che nel suo Paese, il Nicaragua, i sacerdoti vengono perseguitati, le processioni vietate, le omelie censurate dalla polizia. 

Il vescovo Rolando Álvarez è stato condannato a 26 anni di carcere per aver parlato di libertà. Ha passato 339 giorni in isolamento ed è stato privato della cittadinanza. 

Ma i suoi confratelli, anziché fuggire, tornano.

In Iran, dove l’oppressione è silenziosa ma spietata, il cardinale Dominique Joseph Mathieu ha deciso di tornare per guidare una piccola comunità di cattolici sotto costante minaccia. 

In questo Paese, pregare insieme può significare la prigione. Le cosiddette “chiese domestiche” vengono spesso perquisite, i simboli religiosi sequestrati, i fedeli arrestati e condannati per “propaganda contro il sistema”. 

Ma lui non si nasconde. Cammina tra i suoi fedeli, porta conforto, celebra la fede. E rischia ogni giorno.

In India, da quando il governo nazionalista induista guidato da Narendra Modi ha preso il potere nel 2014, l’intolleranza religiosa ha assunto forme sempre più violente e sistematiche. 

I sei cardinali indiani vivono e operano in un clima di crescente paura: chiese attaccate, villaggi cristiani messi a ferro e fuoco, conversioni al cristianesimo considerate un crimine sociale, missionari aggrediti pubblicamente.

Nonostante ciò, i pastori non abbandonano i loro fedeli. Restano e testimoniano ogni giorno che il Vangelo non può essere messo a tacere.

Sono tornati là dove si muore per la fede. Sono la nostra voce, il nostro esempio e il nostro grido.

Ma il loro sacrificio non può restare invisibile. Il loro coraggio deve essere raccontato, testimoniato, diffuso. 

La nostra grande campagna di sensibilizzazione vuole rompere il silenzio globale, scuotere le coscienze, informare e ispirare. Ma per farlo, abbiamo assolutamente bisogno di te!

Con il tuo contributo, ci aiuti a far conoscere al mondo il volto nascosto della persecuzione, dai voce a chi non può più gridare, fai sentire la tua vicinanza a questi pastori che non abbandonano il loro gregge nemmeno sotto le minacce più disumane.

La Chiesa perseguitata è parte di noi. Non possiamo restare immobili mentre i nostri fratelli soffrono. Insieme, possiamo fare la differenza!

 

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