
Recinti per donne, veli e controllo: il cuore di Milano batte al ritmo dell’oppressione!
Nel cuore di Milano, una delle città simbolo dell’Europa moderna e libera, si è consumata l’ennesima manifestazione pubblica che grida all’allarme.
Una celebrazione religiosa sciita, l’Ashura, che ha visto più di mille musulmani radunarsi secondo modalità che nulla hanno a che fare con il rispetto dei nostri valori democratici.
Donne chiuse in un recinto, separate dagli uomini con un telo nero, velate dalla testa ai piedi, escluse da ogni forma di partecipazione pubblica, controllate da un servizio d’ordine tutto femminile.
Tutto questo è accaduto nel cuore della nostra metropoli, davanti alla stazione centrale, in un rituale che ricalca fedelmente la visione oscurantista e radicale di un islam che ghettizza e umilia le donne.
Un’immagine che richiama con inquietante precisione ciò che accade in Iran, dove l’ONU denuncia ancora oggi torture, fustigazioni, repressione e morti tra donne e bambini per la sola colpa di non volersi piegare a un regime misogino e fondamentalista.
È questo il futuro che vogliamo per l’Italia?
L’eurodeputata Silvia Sardone lo ha detto chiaramente: si tratta di un segnale gravissimo di islamizzazione silenziosa, favorita dalla nostra incapacità di difendere la nostra identità e i nostri valori.
Non è più solo una questione religiosa, ma di ordine pubblico, culturale e politico.
Cosa stiamo diventando se tolleriamo nel nostro spazio pubblico manifestazioni che rappresentano l’esatto opposto dei diritti conquistati in secoli di lotte per la libertà?
È ora di dire basta! La nostra tolleranza non deve diventare complicità.
Accogliere non significa annullarsi. Rispettare le fedi altrui non vuol dire permettere la diffusione di ideologie che negano i diritti fondamentali della persona.
In nome di quale "integrazione" possiamo chiudere gli occhi di fronte a pratiche che rappresentano la negazione della libertà femminile, dell’eguaglianza e della democrazia?
Come ha dichiarato l’attivista Mojdeh, fuggita dall’Iran e oggi in prima linea per i diritti umani: “Mi oppongo con tutta me stessa all’islam politico e all’estremismo religioso. Non è una battaglia contro la fede, ma contro un sistema che sopprime la libertà nel nome della religione.”
Mojdeh sa cosa significa. Ha vissuto l’oppressione sulla propria pelle in Iran e oggi denuncia che quell’ideologia è arrivata anche qui, a Milano, in Europa.
E noi da che parte stiamo?
Se davvero vogliamo costruire un’Europa libera, forte e coerente con i suoi principi fondanti, non possiamo più permettere che Milano, Roma o qualsiasi città italiana diventi succursale ideologica di regimi oppressivi.
Di fronte a tutto questo, non possiamo più limitarci a indignarci!
Le immagini delle donne segregate, i silenzi assordanti delle istituzioni, l’ideologia che si insinua nelle nostre città, tutto ciò richiede una risposta concreta, pubblica, collettiva.
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Basta con la sottomissione all’Islam”, promossa da Pro Italia Cristiana, per rivolgere un appello forte e chiaro a tutte le coscienze libere che non vogliono vedere l’Italia inginocchiarsi davanti al fondamentalismo islamico.
Difendi la tua cultura, la tua libertà, la tua dignità. Fai sentire la tua voce!
Ma per raggiungere migliaia — anzi milioni — di italiani, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto concreto!
Stiamo portando avanti una grande campagna di sensibilizzazione online su Facebook, per informare, mobilitare e risvegliare un’opinione pubblica anestetizzata dal politicamente corretto.
Ogni donazione, anche piccola, ci aiuta a far arrivare questo messaggio potente nelle case di chi ancora non sa, non vede o non osa parlare.
La libertà non si difende da sola. Ha bisogno anche di te!
Se non difendiamo oggi la nostra civiltà, domani dovremo chiederle perdono per averla lasciata morire in silenzio.