Siria: il grido disperato di un popolo senza pace!

Siria: il grido disperato di un popolo senza pace!

E' ancora emergenza in Siria, e il cuore si stringe davanti a un dramma che sembra non avere mai fine.

Da mercoledì 27 novembre, il fuoco della guerra si è riacceso con violenza, travolgendo ancora una volta una popolazione già sfinita da anni di sofferenza.

Aleppo, un tempo simbolo di cultura e vita, è ora un luogo spettrale, caduto nelle mani dei jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham e di altri gruppi ribelli.

Questa città, che era un rifugio, ora è una prigione a cielo aperto. I beni essenziali non arrivano, e l'acqua, fonte di vita, si fa sempre più scarsa, lasciando migliaia di famiglie in balia della disperazione.

Intanto, le strade si riempiono di volti segnati dalla paura e dalla fatica.

Uomini, donne, bambini: sono loro le persone che fuggono, portando con sé solo lo stretto necessario e il peso di un futuro incerto.

Sono madri che abbracciano forte i loro figli, padri che cercano disperatamente di proteggerli, piccoli che guardano il mondo con occhi già troppo stanchi.

La Siria sta urlando il suo dolore, e non possiamo permetterci di restare impassibili!

Per questo, dobbiamo garantire il nostro sostegno, non solo attraverso la preghiera, ma anche con un aiuto concreto e tangibile!

Desideriamo condividere con te una significativa testimonianza arrivata proprio ieri dai nostri amici di Pro Terra Sancta, sempre in prima linea per portare aiuto concreto e conforto alla popolazione sofferente di Aleppo.

Ti riportiamo qui di seguito le parole di padre Bahjat, parroco latino della città siriana, che ci offrono uno spaccato di dolore, resilienza e speranza che non può lasciarci indifferenti:


"Ieri, c’è stato un tragico bombardamento sul nostro Terra Santa College, di cui sicuramente avete sentito parlare. Ringraziamo il buon Dio che nessuno è rimasto ferito. I nostri due confratelli: fr. Samhar e fr. Bassam, stanno bene e son dovuti rimanere nel collegio fino a tarda ora per assicurare che il fuoco che ha distrutto un’ala della struttura sia del tutto spento con l’aiuto dei vigili del fuoco.

Il bombardamento ha causato gravi danni ad una struttura famosa per un ruolo eccellente nella città, grazie ai beni che ha offerto e continua ad offrire a tutti gli aleppini, senza nessuna distinzione di appartenenza religiosa. Nel nostro Terra Santa College tutti sono stati sempre benvenuti: le famiglie, i giovani ed i bambini. Durante gli anni della guerra, dal 2012 fino al 2018 il collegio è stato un rifugio per gli anziani di una casa di riposo che erano stati evacuati, ed oggi è un centro di sostegno psicologico, di sport e di aiuti umanitari, oltre che spirituali.

Noi frati francescani della Custodia di Terra Santa ad Aleppo respingiamo ogni violenza e, come tutti sanno, la nostra missione ha un carattere del tutto umanitario; perciò, non ci spieghiamo le ragioni di questo atto e chiediamo alla comunità internazionale di intervenire e fare tutto il possibile per impedire tali violenze su una struttura religiosa.

Intanto affermiamo di restare per sempre vicino al nostro popolo, a tutti i siriani che hanno bisogno della nostra vicinanza, e vogliamo continuare ad essere uno strumento di pace e di riconciliazione laddove il nostro Signore ci manda. A confermare questo, oggi di buon mattino, i frati del Collegio che hanno passato la notte nel nostro convento che si trova al centro della città, sono tornati in campo, proprio lì al Collegio, per far funzionare il panificio caritativo e poter distribuire il pane ai cittadini. “Quando si tratta di fare il bene nessuno ci deve fermare”, con questa frase e con il sorriso mi ha salutato p. Samhar prima di proseguire.

Anche qui al centro, la nostra mensa per i poveri ha ripreso il suo lavoro, distribuendo più di mille pasti. “Continuiamo a lavorare finché possiamo” mi ha detto Fr. Harout riferendosi alla possibilità che i rifornimenti di cibo e gas scarseggino per i prossimi giorni. Per oggi, per mancanza di benzina e quindi di trasporto, abbiamo dovuto chiedere agli anziani di mandare qualcuno per ritirare i loro pasti che abitualmente ricevono a casa.

In città la situazione è tesa, soprattutto dopo un altro bombardamento aereo che c’è stato stamattina in una zona vicina. C’è il desiderio di tornare alla normalità, ma siamo coscienti che c’è bisogno di tempo e speriamo non sia lungo.

Ieri abbiamo celebrato la messa domenicale con una grande presenza dei fedeli, ovviamente di quelli che sono rimasti in città, questo ci ha dato speranza e forza.

Comincia a comparire il problema delle sepolture dei morti, perché la zona dei cimiteri è diventata pericolosa, visto che si trova molto vicino alla frontiera con i gruppi armati curdi, che si dice hanno messo dei cecchini e non lasciano passare nessuno. Sentiamo dire che presto ci sarà un accordo tra le due parti che assicurerà l’integrazione del quartiere curdo nel resto della città.

Con il cuore pieno di speranza viviamo alla giornata, affidandoci alla Provvidenza che si rende concreta attraverso moltissimi amici che si rendono vicini a noi in tutti i modi possibili."


In mezzo alla devastazione e alla paura, emerge la luce di una missione che non si arrende, una forza che continua a costruire pace e speranza laddove tutto sembra crollare.

I frati, con la loro determinazione nel continuare a distribuire pane, pasti e conforto, ci ricordano che il bene può e deve resistere.

Non possiamo ignorare questo coraggio!


Dobbiamo essere vicini, con il cuore e con un sostegno concreto, a chi lotta per tenere viva la dignità umana in una terra ferita.

Ogni volta che tendiamo la mano, infondiamo speranza. E la speranza è il primo passo verso la rinascita!


Attribuzione Immagine: @ Pro Terra Sancta
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