Stop alla mostra blasfema!
Una mostra blasfema è già di per sé una cosa gravissima.
Ma se ad ospitarla e promuoverla è addirittura una diocesi, allora bisogna intervenire! E subito!
Stiamo parlando della Mostra “Gratia plena”, inaugurata sabato scorso dal Museo Diocesano di Carpi.
L’esposizione riguarda le opere di un artista locale, Andrea Saltini.
Per questo abbiamo assoluto e urgente bisogno del tuo aiuto!
Firma subito qui la nostra comune protesta al vescovo di Carpi Erio Castellucci per mostrargli tutta la nostra indignazione e chiedergli di far ritirare immediatamente le “opere d’arte” blasfeme esposte nella chiesa (consacrata!) di Sant’Ignazio.
La Nuova Bussola quotidiana ha già denunciato il fatto e in molti hanno scritto alla Curia per esprimere il loro dolore per questo scempio.
Ma dobbiamo essere ancora di più! Perché un fatto del genere non può passare sotto silenzio e la protesta deve avere la maggior risonanza possibile!
Se anche la Chiesa si presta all’azione di “artisti” blasfemi, cosa ne sarà di noi?
Nonostante la diocesi abbia diffuso un comunicato stampa in cui sostanzialmente afferma che il problema sta in chi interpreta male i quadri, la realtà è ben diversa.
A parte il fatto che, oggettivamente, si tratta di quadri orribili: il che è già grave se solo pensiamo a cosa sia l’arte, quella vera, che la Chiesa ha promosso nei secoli.
Ma poi basta guardarli. Ci sono scene che alludono molto chiaramente a pratiche sessuali, anche omosessuali. Non ti mostriamo le immagini per pudore, ma le puoi trovare su internet.
Che non ci vengano a dire che questa interpretazione è frutto della nostra mente perversa, perché, come ha ben dimostrato la Nuova Bussola, la guida stessa ha spiegato al cronista visitatore che lo scopo è quello di provocare.
Oltretutto, l’artista non è certo un cattolico.
Insomma, non lasciamoci prendere in giro!
Non so a te, ma a noi hanno insegnato che, quando si entra in chiesa, occorre togliersi il capello, mica la testa!
Opere del genere non devono trovare posto in un luogo sacro (e a dire il vero nemmeno altrove)!
Firma subito, oggi stesso, la petizione che invieremo direttamente a mons. Castellucci, vescovo di Carpi. Facciamo sentire la nostra indignazione e chiediamo che la mostra venga chiusa.
Riportiamo testualmente quanto scrive Andrea Zambrano su La Nuova Bussola quotidiana:
“Il quadro che sta scandalizzando e indignando ritrae un Cristo in croce perfettamente riconoscibile dalla scritta INRI (che dà il nome all’opera in gesso, cera e argilla pigmentata) e dai segni dei chiodi sui piedi. Solo che davanti al Cristo c’è un uomo che ha il volto completamente rivolto verso le parti intime di nostro Signore (Dio ci perdoni l’ardire delle parole, ma quello è) che non è nemmeno rivestito di un misero straccio. La mano destra è nascosta dietro le cosce del Redentore, mentre la sinistra si allunga fino a premere il costato di Gesù”.
Ma purtroppo non finisce qui. Perché anche altre opere sono alquanto offensive, sia nei confronti di Gesù, sia della Madonna.
Ad ogni modo, si pensi come la si pensi, si tratta di dipinti che, ripeto, non dovrebbero avere alcun spazio in un luogo sacro.
Ma perché la Chiesa deve piegarsi a queste cose? Crede così di essere più aperta, tollerante, moderna, al passo coi tempi? Crede in tal modo di riuscire ad attirare a sé i lontani? Perché, se così fosse, si tratterebbe di uno sbaglio clamoroso e grave.
E soprattutto di un insulto a Dio e alla Madonna!
Ecco perché è nostro dovere intervenire, far sentire il nostro disappunto al vescovo. Dobbiamo farlo in quanto fedeli laici cattolici. Non è ammissibile quello che stiamo vedendo!
Firma subito la nostra comune protesta al vescovo di Carpi Castellucci. Gliela dobbiamo inviare il prima possibile, e con un numero importante di firme!
Il tuo ruolo è fondamentale! Ti preghiamo anche di diffondere a tuti i tuoi contatti questa petizione.
Il nostro sarà un piccolo gesto agli occhi del mondo, ma visto e benedetto dal Cielo. Una piccola testimonianza per dire basta a queste blasfemie, approvate anche, purtroppo, da uomini di Chiesa.
Non basta dire, come ha fatto la diocesi, che verrà inserito un addendum “al catalogo della mostra, un sussidio che presenta le singole opere dal punto di vista dell’artista che illustra la sua ricerca religiosa e spirituale, fornendo gli elementi culturali e personali per comprenderne il senso”. Perché già questo ci dice che, evidentemente, qualche problema c’è.
Ripetiamo, non prendiamoci in giro! Parliamo con franchezza! Perché è la verità a farci liberi, non la menzogna.