Tutto il mondo dice ormai addio alle “eco-follie”. E l’Italia che fa?

Tutto il mondo dice ormai addio alle “eco-follie”. E l’Italia che fa?

Cosa farà l’Italia?

Tutti abbiamo a cuore il nostro Paese, la nostra Patria. È la nostra casa, il nostro focolare, la culla dei nostri comuni Valori, della Cristianità. Noi amiamo l’Italia.

Non possiamo accettare che venga ferita a morte.

Le follie “green”, pericolose tossine messe in circolo dall’ex-vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, fanno proprio questo.

Uccidono l’economia italiana, già parzialmente compromessa dagli errori del passato, in particolare nei settori automobilistico e chimico. Minano il futuro nostro e quello dei nostri figli.

La Germania lo ha capito e sta già diluendo gli obiettivi ambientali che si era posta. Ad esempio, Berlino ha riaperto alle auto una delle arterie più famose, la Friedrichstraße.

E la Cdu, il partito che quasi certamente dovrà guidare il governo dopo le elezioni del prossimo 23 febbraio, sta cancellando le scelte “verdi”, perché – ha detto - bloccano la crescita del Paese.

Durante un comizio tenuto a Bochum, cuore industriale della Ruhr, il leader democratico-cristiano Friedrich Merz lo ha detto chiaramente, è stato molto esplicito.

Se finora la politica economica è stata orientata «quasi esclusivamente verso la protezione del clima, voglio dirlo chiaramente: dobbiamo cambiarla e lo faremo», ha dichiarato.

Una chiara virata a 180°, dunque. E il governo italiano? Sembra tentennare… Certo, ha condotto a suo tempo una forte e sacrosanta battaglia contro il pericolo Ue delle “case green”.

Ma non basta. Cosa aspetta ora ad azzerare e por fine a tutte le “ecobufale”, cui finora si è dato fin troppo retta, spesso in modo acritico e dissennato? Perché rallenta il passo?

Forse ha bisogno di un incoraggiamento ed il nostro ruolo è oggi quello di darglielo. Abbiamo due mezzi, entrambi efficaci, per riuscirci.

Il primo. Aderisci alla petizione promossa da Pro Italia Cristiana ed indirizzata al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, affinché ponga fine alle follie “green”!

Il secondo modo: ampliamo la nostra già vasta campagna di sensibilizzazione, per rendere più forte la nostra voce!

Serve reclutare nuovi amici, che con noi urlino in modo chiaro ed inequivocabile il nostro “BASTA” al Green Deal europeo ed all’«Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile» dell’Onu.

Per questo abbiamo deciso di affidarci ad un mezzo veloce ed efficace come Facebook, il cui costo tuttavia è al di fuori dalla nostra portata. Ma insieme possiamo farcela! Per questo chiediamo il tuo aiuto!

Grazie alla forte spinta impressa dagli Stati Uniti di Donald Trump alla “strategia del buon senso”, anche il resto d’Europa sta facendo marcia indietro sui temi ambientali.

Ovunque crollano le vendite delle diseconomiche auto elettriche. Sono stati approvati i piani per espandere tre aeroporti a Londra.

Il governo francese ha scritto un lungo documento alla Commissione europea, in cui ha chiesto un’inversione a U:

«Contesto cambiato – vi si legge - Ci vuole un’enorme pausa normativa per evitare che le nostre aziende saltino per aria».

La vicepresidentessa dell’Europarlamento, Antonella Sberna di Fratelli d’Italia, è stata chiarissima:

«Dobbiamo passare da un Green Deal, nobile ma poco applicabile, ad un Family Deal, che guardi a politiche per ripopolare l’Europa e rafforzare i servizi alle famiglie».

Solo in questo modo si potrà dare un futuro economico e sociale alle nostre famiglie, alle nostre comunità.

Perché l’Italia latita in questo ripensamento globale contro le “ecofollie”, anziché puntare a guidarlo, a divenire leader in Europa della “politica del buon senso”?

Coraggio, diamo tutti insieme la spinta giusta al nostro governo!

 

Attribuzione Immagine: Steve Eason, CC BY-SA 2.0, Wikimedia Commons
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