Un altro affronto alla nostra civiltà: continuiamo la protesta!

Un altro affronto alla nostra civiltà: continuiamo la protesta!

E' ormai una situazione che subiamo con amarezza, inutile nascondercelo. Ma, di fronte alla quale, non possiamo e non dobbiamo arrenderci.

La chiusura della scuola di Pioltello in occasione della fine del Ramadan e la circolare emanata dalla dirigente scolastica di Soresina hanno rappresentato solamente i primi segnali di un preoccupante attacco alla nostra identità, alla nostra cultura e alla nostra fede.

Purtroppo, oggi ci troviamo nuovamente di fronte a un ulteriore capitolo di questo inesorabile affronto alla cristianità, che richiede una riflessione profonda e una protesta decisa per tutelare i valori e i principi fondamentali della nostra fede.

Tutto è cominciato quando il sindaco di Cantù, Alice Galbiati, ha negato all'associazione Assalam il permesso di usufruire del capannone di via Milano per festeggiare il ramadan. Da lì è cominciata la battaglia legale, col centro islamico andato a rivolgersi al Tar di Milano, presentando un ricorso.

Il mese scorso il tribunale amministrativo si è espresso a favore dell'associazione culturale, accogliendo la sua richiesta e consentendo lo svolgimento delle celebrazioni del mese del digiuno.

"Non concordiamo con la posizione espressa dal Tar nel decreto ma rispettiamo la pronuncia. Verificheremo il rispetto delle condizioni di sicurezza e di tutela della salute pubblica e saremo pronti ad assumere provvedimenti laddove dovessimo riscontrare violazioni", aveva dichiarato il primo cittadino, commentando la decisione.

Oltre a dare ragione all'associazione Assalam, i giudici hanno condannato il sindaco di Cantù al pagamento delle spese legali sostenute dal centro, stimate intorno ai 500 euro. A ciò andranno ad aggiungersi gli oneri fiscali e altre spese, cosa che farà inevitabilmente salire la cifra.

Ormai risulta evidente come nel mirino ci siano la nostra fede e le tradizioni occidentali, che ovunque si tenta di cancellare, con un pretesto o con l’altro.

Per questo è importante che reagiamo subito!

La petizione di Pro Italia Cristiana punta proprio a questo, ad offrire a noi ed a tutti la possibilità di dire “basta” a questi numerosi attacchi alla nostra fede cattolica!

Ma non siamo gli unici a manifestare il nostro dissenso di fronte a questa ripetuta offesa perpetrata contro la fede cristiana.

Il "no" al Ramadan pubblico di Alice Galbiati ha ricevuto la solidarietà di numerosi esponenti politici.

L'europarlamentare leghista Angelo Ciocca, per esempio, ha parlato di "decisione dettata dalla tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza. Questo verdetto è ingiusto e preoccupante, in quanto mina l'autonomia decisionale degli amministratori locali, che dovrebbero poter agire nell'esclusivo interesse della propria comunità".

Sulla stessa linea anche le dichiarazioni del sottosegretario dell'Interno Nicola Molteni: "Tar e Consiglio di Stato hanno stabilito che il capannone di via Milano non può essere un luogo di culto, ed è singolare che lo stesso Tribunale continui a consentire la preghiera".

Ecco perché continuare a protestare è importante! Per dire “stop” a questa colossale farsa! Per dimostrare che i cattolici non sono disposti a tacere e ad essere presi in giro!

Per far giungere il messaggio forte e chiaro a tutti, aderisci anche tu alla petizione di Pro Italia Cristiana!

Ci contiamo! Uniti, ce la faremo!

Con la tua adesione, la petizione di Pro Italia Cristiana avrà più forza e potrà esser sentita ovunque!

Ciò incoraggerà chi sia chiamato ad assumere decisioni in qualunque sede ad agire senza falsi timori e sapendo di avere dalla propria parte l’Italia legata alla propria identità, alla propria storia, alla propria tradizione.

Firma, se non l’hai ancora fatto, la petizione di Pro Italia Cristiana e anche tu, insieme a noi, dirai “no” a questa drammatica invasione silenziosa!


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