Una preghiera per le vittime delle foibe
Oggi, 10 febbraio, è il Giorno del ricordo, istituito nel 2004 in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano-dalmata dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, in seguito alla sconfitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.
Per decenni le vittime della barbarie comunista titina sono state dimenticate, perché scomode.
E anche adesso, nonostante la Giornata odierna, non è che se ne parli tanto volentieri. Si preferisce sorvolare o semplicemente accennare, senza approfondire.
Eppure, è doveroso ricordare quanti, per il solo fatto di essere italiani (e in molti casi anche per il fatto di essere cattolici), vennero massacrati dall’odio comunista. E ricordare non significa dimenticare o minimizzare le violenze commesse da altre fazioni politiche in altri tempi: ma di queste ultime si parla quasi tutti i giorni, sino allo sfinimento!
Pensiamo che il modo migliore per celebrare questa giornata sia recitare la seguente preghiera che compose Mons. Antonio Santin, Arcivescovo di Trieste-Capodistria, nel 1959 per le vittime delle foibe.
O Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre, dalla profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a Te. Ascolta, o Signore, la nostra voce. “De profùndis clamàvi ad te, Dòmine; Dòmine, exàudi vocem meam”.
Oggi tutti i Morti attendono una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. E anche noi siamo venuti qui per innalzare le nostre povere preghiere e deporre i nostri fiori, ma anche apprendere l’insegnamento che sale dal sacrificio di questi Morti. E ci rivolgiamo a Te, perché Tu hai raccolto l’ultimo loro grido, l’ultimo loro respiro.
Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra, costituisce una grande cattedra, che indica nella giustizia e nell’amore le vie della pace.
In trent’anni due guerre, come due bufere di fuoco, sono passate attraverso queste colline carsiche; hanno seminato la morte tra queste rocce e questi cespugli; hanno riempito cimiteri e ospedali; hanno anche scatenato qualche volta l’incontrollata violenza, seminatrice di delitti e di odio.
Ebbene, Signore, Principe della Pace, concedi a noi la Tua pace, una pace che sia riposo tranquillo per i Morti e sia serenità di lavoro e di fede per i vivi.
Fa' che gli uomini, spaventati dalle conseguenze terribili del loro odio e attratti dalla soavità del Tuo Vangelo, ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa per sentirsi e amarsi tutti come figli dello stesso Padre.
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà.
Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle, ai figli di coloro che si trovano in tutte le foibe di questa nostra triste terra, e a tutti noi che siamo vivi e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la pena per questi Morti, profonda come le voragini che li accolgono.
Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono. Che se ancora la loro purificazione non è perfetta, noi Ti offriamo, o Dio Santo e Giusto, la nostra preghiera, la nostra angoscia, i nostri sacrifici, perché giungano presto a gioire dello splendore del Tuo volto.
E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà. Tu ci hai detto: “Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia, beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio, beati coloro che piangono perché saranno consolati, ma anche beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati in Te, o Signore, perché è sempre apparente e transeunte il trionfo dell’iniquità.
O Signore, a questi nostri Morti senza nome, ma da Te conosciuti e amati, dona la Tua pace. Risplenda a loro la luce perpetua e brilli la Tua luce anche sulla nostra terra e nei nostri cuori. E per il loro sacrificio fa che le speranze dei buoni fioriscano.
Domine, coram te est omne desiderium meum et gemitus meus te non latet. Amen.