Vittoria! Chiusa la mostra blasfema. Ma la Diocesi attacca. La protesta continua!

Vittoria! Chiusa la mostra blasfema. Ma la Diocesi attacca. La protesta continua!

Un’ottima notizia: ce l’abbiamo fatta!

La mostra blasfema «Gratia plena», allestita presso la chiesa di Sant’Ignazio a Carpi, finalmente chiude i battenti!

E questo evidenzia quanto importante sia stato protestare.

Aderire alla petizione di Pro Italia Cristiana ha portato a questo risultato meraviglioso! Ed è un ottimo segnale. Questa vittoria evidenzia più di mille parole quanto importante sia dire “basta” tutti insieme!

Aperta il 2 marzo, la mostra sarebbe dovuta terminare il 2 giugno. Ma le ferme proteste ed i Rosari di riparazione, ne hanno decretato la fine anticipata.

Capitolo chiuso, quindi? Archiviamo la protesta?

Nient’affatto! Perché la Diocesi di Carpi non ha cessato di ricorrere a toni offensivi e provocatori verso i fedeli. Un atteggiamento davvero incomprensibile.

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Modena, il Museo diocesano ha espresso, infatti, «piena comprensione e condivisione» all’autore delle opere blasfeme. Il che è già scandaloso…

Ma non solo: lo ha anche ringraziato d’aver voluto compiere «un tentativo, in parte pionieristico, per individuare possibili interazioni tra esperienze artistiche contemporanee e cammini religiosi e di ricerca mistica».

Ritenere che possano interagire con una «ricerca mistica» lavori dall’inequivocabile contenuto sacrilego è davvero incredibile!

Ma non è tutto! Lo stesso Museo diocesano ha rincarato la dose:

«Non sfugge la gravità del susseguirsi di attacchi d’odio, della violenza contro un’opera e persino contro la stessa persona dell’artista, delle sistematiche ed aggressive manifestazioni di ostilità nei confronti della Chiesa di Carpi e, miratamente, dei suoi Pastori».

«Attacchi d’odio»? A chi ed a cosa si riferisce il Museo diocesano?

Forse al danneggiamento ad opera di mano anonima del quadro «San Longino»? In merito La Nuova Bussola Quotidiana ha recentemente sollevato interessanti quesiti.

Come mai le uniche due impronte digitali ritenute utili, alla fine, non hanno fornito riscontri? Come mai il campo dei testimoni si restringe al solo pittore e ad un non meglio precisato custode della chiesa?

A distanza di settimane da quello che venne definito un “attentato”, ancora molti, troppi elementi mancano all’appello o sembrano impossibili da ricostruire. Mentre bastarono poche ore per ridimensionare il presunto ”accoltellamento” in semplice colluttazione.

Per questo gli stessi fedeli di Carpi, assieme ad altre organizzazioni, hanno auspicato, in un proprio comunicato riportato dal blog Messainlatino, che «le indagini delle autorità procedano con scrupolo e approfondimento», affinché si faccia vera «chiarezza sull’intera vicenda».

Il riferimento, poi, alle «sistematiche ed aggressive manifestazioni di ostilità» è stato subito rispedito al mittente:

«La reazione al contenuto della mostra è stata pacifica» - si legge nel comunicato dei fedeli -, le azioni pubbliche sono state «del tutto non violente, limitandosi principalmente alla recita del Santo Rosario», per «chiedere di porre fine alla mostra blasfema».

«Non era mai successo che da tutta Italia si levasse un così forte grido di sdegno di fronte ad un’operazione tanto maldestra e scandalosa». Ecco, questo è il vero cuore della questione: la forza della nostra voce, la forza della nostra protesta! Solo così si è giunti alla chiusura della mostra!

Ma oggi ti chiediamo di nuovo di aderire alla petizione di Pro Italia Cristiana per una nuova battaglia: evitare odiose mistificazioni.

«Le affermazioni sui presunti attacchi d’odio sistematici e aggressioni non corrispondono agli eventi documentati – affermano - Tali descrizioni offuscano la realtà dei fatti e ne alterano la percezione pubblica, mistificando quanto è realmente accaduto».

Non solo: tali accuse non tengono «in alcun conto la sofferenza di tanti fedeli nel vedere offesa la Santa Vergine Maria e volgarmente oltraggiato Nostro Signore Gesù». Insomma, la Diocesi di Carpi plaude alle opere blasfeme ed attacca invece le legittime e sacrosante reazioni dei fedeli!

Ecco perché la nostra protesta deve continuare. Ed ecco perché ti chiediamo di aderire alla petizione promossa da Pro Italia Cristiana!

Uniamo la nostra voce, per far sentire a tutti il dolore provocato dalle immagini blasfeme esposte alla mostra.

Come ha scritto Andrea Zambrano nei giorni scorsi su La Nuova Bussola Quotidiana, la Diocesi «resiste arroccata nel difendere la mostra con tentativi ormai al limite del ridicolo».

Ma chi a Carpi ha ostacolato «l’effettiva affermazione dei diritti dei fedeli» - come spiega Zambrano – è stato il vescovo, mons. Erio Castellucci, trasformando la loro protesta «in un atto eversivo».

Ecco perché la protesta deve continuare! Perché non è tollerabile un atteggiamento di questo tipo da parte di un Vescovo, da parte di un successore degli Apostoli!

Recitare il S. Rosario non è un atto “eversivo”! È questo che dobbiamo ribadire con forza! Perché noi apparteniamo a quell’Italia indignata, che non è disposta a farsi prendere in giro!

Per farlo sapere è necessario ed urgente aderire alla petizione di Pro Italia Cristiana.

Coraggio! Col tuo aiuto, uniti, ce la faremo!


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