Solidarietà alla maestra Marisa!

Solidarietà alla maestra Marisa!

Dobbiamo assolutamente esprimere tutta la nostra solidarietà a Marisa Francescangeli, la maestra della scuola primaria San Vero Milis, in provincia di Oristano, sospesa dal lavoro e con lo stipendio decurtato.

Il motivo? Aver realizzato una coroncina del Santo Rosario con gli studenti di una terza e per aver recitato con loro un’Ave Maria e un Padre Nostro.

Ci rendiamo conto?

Questo è un attacco vero e proprio alla fede cattolica. Un vero e proprio episodio di cristianofobia. Ed avviene a casa nostra!

In un sistema scolastico, come quello italiano, dove si concedono aule agli studenti musulmani per celebrare il Ramadan; si fanno entrare “esperti” delle associazioni LGBT per indottrinare gli studenti con l’ideologia gender; si continua a censurare o manipolare la storia; si abolisce la festa del papà; si proibisce la carne di maiale a mensa per rispetto degli alunni islamici; e così via…

…il problema sarebbe la recita di qualche preghiera?

Per questo dobbiamo far sentire la nostra solidarietà alla maestra colpita da questo atto di ingiustizia e persecuzione.

Ricordiamo brevemente lo svolgimento dei fatti.

Lo scorso 22 dicembre, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, la maestra, che ha 58 anni e 30 anni di servizio, ha pensato di far fare ai bambini un lavoretto da portare a casa: una corona del Rosario per l’appunto. Del resto, il Natale non è una festività religiosa?

Ebbene, è successo che due mamme, solo due (sia chiaro!) si sono scandalizzate. Informate dai figli, hanno gridato all’attentato contro la laicità dello Stato e della scuola. Chissà se avrebbero fatto lo stesso nel caso di una preghiera islamica…

E come purtroppo spesso capita in questi casi, il preside si è subito attivato a difesa dei due genitori contestatari, chiedendo alla maestra di scusarsi.

Cosa che la signora Francescangeli ha puntualmente fatto. Eppure, non è bastato.

L’odio contro la fede non si accontenta certo solo di alcune scuse a parole!

Infatti, la donna ha ricevuto una lettera dell’ufficio scolastico provinciale con cui le è stata imposta la sospensione dalle lezioni (dal 25 marzo al 15 aprile) e la decurtazione dello stipendio.

La maestra però a questo punto ha deciso di adire le vie legali per lottare contro una ingiustizia bella e buona! E vedremo come andrà a finire la storia.

“Non credo di aver commesso mancanze gravi. Mi pare di vivere un incubo. Mi sono dovuta rivolgere a un avvocato, abbiamo chiesto l’accesso agli atti, ricorreremo in tribunale”, ha detto l’insegnante. Che grazie a Dio è sostenuta da molte mamme degli alunni, le quali hanno dichiarato: “Non siamo d’accordo e non siamo state interpellate. È una punizione eccessiva, oltretutto ricevuta dopo un processo sommario”.

E per il momento è questo che dobbiamo fare: far sentire la nostra solidarietà alla maestra Marisa Francescangeli.

È bene infatti fare coraggio alla maestra vittima dell’ingiustizia e della persecuzione e far sapere alle autorità che c’è un popolo assolutamente contrario alla cancellazione della nostra civiltà cristiana.

Perché, al di là del caso specifico, qui è in gioco la libertà religiosa italiana.

La laicità non ha nulla a che vedere con l’esclusione del fenomeno religioso dallo spazio pubblico.

Qui non si tratta di “indottrinare” o “fare proselitismo”. A prescindere dalla fede personale di ciascuno, il Rosario, l’Ave Maria, il Padre Nostro fanno parte della nostra cultura, della nostra identità, della nostra tradizione.

E sarebbe una grave perdita, un vuoto enorme, se i nostri bambini – a prescindere dalla loro fede – crescessero senza aver mai sentito parlare di queste preghiere o senza conoscerle.

Finora né il ministro dell’Istruzione Valditara, né le autorità ecclesiastiche si sono sbilanciate.

Pro Italia Cristiana è determinata ad andare fino in fondo alla questione e si riserva la possibilità di fare altre campagne nell’immediato futuro qualora la situazione prendesse risvolti ancora più gravi.

C’è in gioco la nostra libertà di cristiani!

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