Aiutaci a fermare il martirio dei cristiani perseguitati nel mondo!

Aiutaci a fermare il martirio dei cristiani perseguitati nel mondo!

Il sangue dei martiri cristiani urla, mentre sgorga copioso ancora oggi in molte, troppe aree del mondo. Nessuno però sente il suo grido…

I grandi media non ne parlano. Ma, per quei nostri fratelli nella fede, ogni giorno la croce è pesante e dolorosa.

In India nel 2024 sono stati registrati ben 840 attacchi brutali e violenti contro cristiani innocenti, oltre il quintuplo in più rispetto ai 147 casi verificatisi solo dieci anni prima, nel 2014.

Oltre tutto, si tratta di una stima sicuramente al ribasso, poiché molte vittime non denunciano quel che hanno patito, per paura o per timore di rappresaglie.

Tra le cause principali figurano l’estremismo indù, le leggi anti-conversione in vigore in diversi Stati indiani e gli attacchi di folle inferocite.

Qualsiasi pretesto è buono per scatenare aggressioni fisiche e distruggere proprietà. La visione nazionalista promossa dai partiti al governo, purtroppo, non aiuta.

Ai cittadini indiani convertiti al Cristianesimo non è consentito neppure seppellire i propri familiari defunti.

Lo ha stabilito la Corte Suprema, per «non causare disordini e disarmonia tra la popolazione», pur calpestando ciò la Costituzione indiana e creando vergognose discriminazioni.

E non è nemmeno facile creare spazi appositi per la sepoltura dei cristiani, poiché gli attivisti indù intransigenti e fondamentalisti si oppongono.

Non possiamo permettere che vengano massacrati tanto crudelmente questi nostri fratelli solo a causa della propria fede! Dacci una mano per sostenere concretamente le loro comunità.

Aiutaci con la preghiera e con un’offerta concreta, che ci consenta di far sentire loro la nostra vicinanza e di lanciare anche una vasta campagna di sensibilizzazione.

È necessario, infatti, far conoscere le condizioni estreme in cui sono costretti a vivere. Ed i social rappresentano il mezzo più veloce ed efficace per riuscirci.

Il silenzio e l’indifferenza della grande stampa internazionale ci costringono ad operare ad ampio raggio. I cristiani non vengono, infatti, perseguitati solo in India, purtroppo.

In Nigeria, nella regione del Middle Belt, solo durante la Settimana Santa sono stati uccisi oltre 170 cristiani innocenti. A massacrarli sono stati gruppi di miliziani Fulani musulmani.

Gli attacchi sono avvenuti nello Stato di Plateau e nei villaggi delle contee di Ukum e Logo, diffondendo orrore e spargendo il sangue del martirio proprio nei giorni del Triduo Pasquale.

Intere comunità sono state rase al suolo. Sono state colpite proprio durante le funzioni religiose, il che fa ritenere che si tratti di una campagna deliberata per intimidire le minoranze religiose.

Il governatore Hyacinth Alia, visitando i luoghi del crudele eccidio, ha dichiarato: «L’entità e la tempistica della violenza sono strazianti. Non possiamo andare avanti così».

Migliaia di persone sono fuggite dalla zona per paura, aggiungendosi al crescente numero di sfollati cristiani di quelle regioni.

Pochi giorni prima, tra il 15 ed il 16 aprile, l’Iswap, cioè lo Stato islamico della provincia dell’Africa occidentale, ha rivendicato altri attacchi in un villaggio cristiano dell’Adamawa.

Due le vittime, trenta abitazioni ed una chiesa sono stati incendiati e distrutti. Le macabre immagini sono state diffuse dall’agenzia di stampa jihadista “Amaq”.

Scene di devastazione analoghe sono avvenute quasi in contemporanea anche in un altro villaggio, quello di Lareh.

In Cina lo scorso 10 aprile le autorità comuniste hanno arrestato un Vescovo cattolico, mons. Peter Shao Zhumin, membro della Chiesa “sotterranea” ovvero clandestina.

L’obiettivo, purtroppo riuscito, era quello d’impedirgli di celebrare le liturgie della Settimana Santa. Con il prelato è finito in manette anche il suo assistente, Padre Jiang Xu Nian.

Resta al momento sconosciuto il luogo in cui sono attualmente detenuti. Già altre volte mons. Zhumin è stato incarcerato e sempre in concomitanza con le liturgie più importanti per la Chiesa.

Il fatto d’esser rimasto fedele alla Santa Sede e d’essersi rifiutato quindi di entrare nella chiesa “patriottica”, totalmente controllata dal Partito Comunista, lo ha reso un Vescovo “clandestino”.

Anche in Pakistan, ad Hafizabad, nei giorni scorsi 8 bambini cristiani sono stati avvelenati con dolci contenenti esche contro i cani randagi. 3 di loro sono morti: avevano 7, 8 e 10 anni.

Gli altri 5 versano in condizioni critiche. Non si è trattato di un incidente, lo sconcertante episodio, avvenuto nel quartiere cristiano di Qila Sahib Singh, è stato un atto deliberato.

Secondo Joseph Janssen, presidente di Voice for Justice, «questi bambini non sono morti per caso».

Loro, infatti, «sono vittime di un sistema, che costantemente ignora la sicurezza e la dignità delle comunità cristiane», sono vittime del clima di violenza e persecuzione presente in tutto il Pakistan.

Le leggi sulla blasfemia sono solo uno degli strumenti utilizzati per istituzionalizzare il terrore e la repressione nel Paese.

I cristiani vengono spesso relegati a far lavori pericolosi e poco retribuiti, senza controllo e senza tutele per la sicurezza. Vengono esclusi dall’istruzione, dagli alloggi popolari e dai servizi pubblici.

Le donne vengono spesso costrette a contrarre matrimoni forzati. Secondo Janssen, «la comunità internazionale non deve voltarsi dall’altra parte». Eppure lo fa.

Per questo intendiamo noi farci carico del dovere di informare quanta più gente possibile di ciò che realmente accade nel mondo e di sostenere in qualsiasi modo i cristiani ovunque perseguitati.

Abbiamo bisogno del tuo aiuto! Sostienici con la tua migliore offerta, solo così potremo svolgere un’azione capillare e davvero efficace. Ci contiamo!

 

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