Donna aggredita a Milano perché senza velo: fermiamo la deriva islamista!
Una donna. Una madre. Una cittadina come tante, che ama la libertà e sceglie di vivere secondo le regole della nostra civiltà.
Eppure, per questo, è stata picchiata brutalmente davanti alla figlia di 5 anni, nel pieno giorno, nel sottopassaggio della metropolitana di Sesto San Giovanni.
La sua “colpa”? Non indossare il velo islamico.
È accaduto sabato 25 ottobre, nel sottopasso del Rondò, dove la 44enne marocchina – da anni residente in Italia – è stata aggredita da due suoi conoscenti di origine straniera.
L’hanno prima insultata, poi colpita con violenza. Tutto perché rifiutava di sottomettersi a regole imposte da un fanatismo che nulla ha a che vedere con la libertà e il rispetto.
La donna, sotto choc, ha raccontato agli agenti: “Mi insultano da tempo perché vivo all’occidentale. Non porto il velo. Voglio solo essere libera, come tutte le donne che vivono in questo Paese.”
Una frase semplice, ma che pesa come un macigno. Una testimonianza che ci riguarda tutti!
A soccorrerla sono stati cittadini comuni e volontari che si trovavano lì vicino, tra cui alcuni militanti della Lega impegnati in un banchetto: “Abbiamo sentito le urla, siamo corsi. Era terrorizzata, la bambina piangeva disperata. Non potevamo restare a guardare.”
Il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, ha parlato di un episodio di “gravità inaudita”, aggiungendo: “Picchiare una donna perché non indossa il velo è un atto vile e inaccettabile, contrario ai valori su cui si fonda la nostra comunità.”
Parole che riflettono un allarme che non possiamo più ignorare.
Le cronache, purtroppo, sono sempre più piene di donne musulmane che osano essere libere, che scelgono di non portare il velo, e per questo subiscono insulti, minacce, persino aggressioni.
È il volto più oscuro di un radicalismo islamico che avanza, che tenta di imporsi con la paura, che vuole mettere in discussione i principi fondamentali della nostra società: la libertà di scegliere, di credere, di vivere secondo coscienza.
Non vogliamo che le nostre città diventino enclave dove vige la legge della sharia o dove chi non si conforma viene punito. Non vogliamo vedere nascere una “casba” nel cuore di Milano, simbolo di sottomissione e paura.
Per questo, se non l'hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione "NO alla “casba” islamica nel Comune di Milano!", promossa da Pro Italia Cristiana, per dire NO a chi vuole trasformare Milano in un laboratorio del radicalismo e SÌ ai valori della libertà, della dignità e della nostra identità cristiana e italiana.
Se restiamo in silenzio oggi, domani sarà troppo tardi. Difendiamo Milano, difendiamo l’Italia, difendiamo la nostra libertà!