Eco-reati: basta bugie!
Il Creato non fa rima con ambientalismo.
E la “svolta green” non contempla azioni di boicottaggio o terrorismo.
Pochi giorni fa alcuni attivisti della sigla «Extinction Rebellion» hanno per l’ennesima volta bloccato la chiusa di Jjmuiden, in Olanda.
Si sono incatenati ai cancelli. Nonostante l’immediato intervento della Polizia, per quasi due ore hanno costretto le imbarcazioni, tra cui una nave da crociera, ad attendere.
Definiscono la loro una protesta per il clima. Di fatto, però, con le loro azioni provocano solo danni materiali ed economici a cittadini, imprese di settore e trasporto marittimo.
Il peggio è che, alla fine, questi estremisti, una volta condotti alla stazione di Polizia, vengono rilasciati senza multe, né conseguenze legali. Il che li incoraggia a proseguire.
Ciò evidenzia il fallimento dello Stato di diritto.
In Gran Bretagna hanno risolto la questione, infliggendo 5 anni di carcere al co-fondatore di«Extinction Rebellion», reo di aver bloccato un’autostrada. E l’ordine è tornato sovrano.
I militanti di «Extinction Rebellion» sono rivoluzionari, che mirano solo a provocare caos purchessia, gettando all’aria le regole della civiltà cristiana occidentale.
Si tratta di un ambientalismo ideologizzato ed anti-umano, che scade finanche nel ridicolo.
«Greenpeace», ad esempio, ha recentemente dichiarato guerra al… meteorismo animale!
Il letame di mucche, maiali e polli viene accusato di produrre il 31% delle emissioni di metano, gas definito ad effetto serra.
Il fatto è che, contro i moti intestinali delle bestie, non si può far nulla. È la natura, incolpata d’esser… contro natura!
Ecco allora «Greenpeace» prendersela con gli allevatori in un disegno più ampio, che mira ad eliminare la carne rossa, sostituendola magari con quella delle cavallette, che non producono gas…
Siamo letteralmente all’assurdo, un assurdo dalle conseguenze però disastrose: meno allevamenti significherebbe meno occupazione, meno risparmio, meno ricchezza.
Sarebbe il caos, esattamente come voluto da «Extinction Rebellion».
La vogliamo smettere di farci prendere per il naso da queste pseudo-battaglie ecologiste?
Queste ed altre sigle simili, resesi responsabili di boicottaggi ed atti di pirateria, hanno già dimostrato un estremismo, che ha di mira, in realtà, la società occidentale ed i suoi fondamenti.
Dobbiamo intervenire. Innanzi tutto, sottoscrivendo, se non l’hai ancora fatto, la petizione lanciata da Pro Italia Cristiana, «No al reato di “ecocidio”!».
Ma molti non sanno quel che sta accadendo. È necessario, dunque, denunciare questa situazione. Basta arrembaggi “verdi”!
Per questo intendiamo incrementare la nostra vasta campagna di informazione, servendoci di Facebook, uno strumento veloce ed efficace per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ma Facebook ha un costo.
Da soli non possiamo farcene carico. Ma insieme possiamo riuscirci!
È importante denunciare ciò che accade, prima che questa “ubriacatura” ideologica faccia “saltare” importanti progetti economici.
È successo negli Stati Uniti col progetto Dakota Access Pipeline, messo a punto da Energy Transfer, un colosso nel trasporto dei combustibili fossili.
In merito sono di estremo rilievo le accuse lanciate lo scorso 12 settembre dal senatore Kevin Cramer, repubblicano dello Stato del North Dakota.
A suo giudizio, il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito Usa e i vertici del Dipartimento di Giustizia avrebbero incoraggiato i manifestanti “green” ad occupare illegalmente il terreno.
Non solo, avrebbero lasciato che venissero provocati ingenti danni a causa di attività illecite.
«I contribuenti del North Dakota – ha detto – non devono sostenere il costo della deliberata inazione del governo federale».
La stessa Energy Transfer ha chiesto 300 milioni di dollari come risarcimento danni agli ambientalisti di «Greenpeace».
In un articolo apparso sul Wall Street Journal il colosso dell’energia li accusa di aver «istigato le proteste contro il Dakota Access e finanziato attacchi per danneggiare l’oleodotto».
In più avrebbero «diffuso false informazioni sull’azienda e sul progetto».
Se nel febbraio 2025, quanto il tribunale di Stato del North Dakota esaminerà il caso, venissero riconosciute le ragioni di Energy Transfer, «Greenpeace» Usa rischierebbe la bancarotta.
Molte altre azioni di boicottaggio e pirateria analoghe potrebbero essere documentate.
Per questo non possiamo permetterci di essere presi in giro dalla favola “green”.
Dobbiamo reagire ad un progetto globale, che ha, in realtà, quale unico scopo quello di distruggere la società occidentale con pretese davvero disumane.
Dacci una mano! Firma anche tu la petizione promossa da Pro Italia Cristiana.
E, se puoi, contribuisci alla vasta campagna di sensibilizzazione, che abbiamo lanciato.
Vedrai… Uniti, ce la faremo!