Fermiamo questa ecofollia: NO al reato di “ecocidio”!

Fermiamo questa ecofollia: NO al reato di “ecocidio”!

Attenzione, è in arrivo l’ennesimo esempio di ecofanatismo: il reato di "ecocidio"!

Il testo per l’introduzione del reato di ecocidio, firmato dai deputati di Alleanza Verdi e Sinistra Zaratti, Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari e Piccolotti, è stato recentemente pubblicato sul sito della Camera.

E come ogni reato, anche questo prevede delle pene, e che pene!

Si parla di reclusione da 10 a 20 anni per qualsiasi atto illecito arbitrario commesso con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che tale atto causi un danno grave e diffuso a lungo termine all’ambiente o a un ecosistema.

Questa proposta, nelle intenzioni di chi l’ha depositata, vuole rispondere alle crescenti preoccupazioni riguardanti il cambiamento climatico e la degradazione ambientale.

In particolare, Bonelli ha sottolineato l’urgenza di adottare misure legislative per prevenire disastri ecologici e promuovere una maggiore responsabilità ambientale.

Per quanto possa apparire assurda e in effetti sia, questa proposta purtroppo non è una novità assoluta: il Parlamento europeo, lo scorso 27 febbraio, ha varato una nuova direttiva sul "Ripristino della Natura" che già introduce de facto il crimine di ecocidio.

Ciò però non attenuta lo stupore per questa iniziativa legislativa, che in fondo costituisce l’evoluzione di quella sul negazionismo climatico di cui il già citato Bonelli parlava la scorsa estate.

Con il reato di ecocidio, si mira a fare molto di più, incidendo direttamente sull'economia nazionale.

"Introdurre il reato di ecocidio nel nostro ordinamento", si legge infatti nella introduzione a questo ddl, "vuol dire anche cambiare le regole di base con cui opera l’economia nazionale perché renderebbe giuridicamente e moralmente inaccettabile un eventuale grave danno alla natura, e conseguentemente riuscirebbe ad allontanare i finanziamenti dalle pratiche che distruggono in modo significativo gli ecosistemi."

A livello pratico, questo tipo di impostazione potrebbe avere conseguenze estremamente gravi sul nostro sistema economico e produttivo.

Infatti, se un’industria o un’azienda che opera in un qualsiasi settore utilizza fonti fossili come il gas, potrebbe trovarsi a fronteggiare un calvario giudiziario se accusata di ecocidio, rischiando perfino la chiusura e il licenziamento di tutti i dipendenti.

Immagina il caos che questo potrebbe generare, con aziende chiuse, lavoratori disoccupati e una crisi economica incombente.

Insomma, con "ecocidio" si rischia di mettere sotto scacco una parte non irrilevante del nostro tessuto economico. E' il momento di gridare forte il nostro sdegno verso questa ennesima follia ecologista! Ora basta!

Per questo abbiamo deciso di lanciare una petizione indirizzata al Ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per chiedergli di fare tutto il possibile per opporsi a una misura che, qualora venisse approvata dal Parlamento, potrebbe avere gravi ripercussioni sull'economia nazionale e sul tessuto sociale del nostro Paese.

Ma di queste ed altre possibili conseguenze, molti sembrano non tenere conto.

Questa proposta di legge basta ed avanza per comprendere la misura dell’ecofanatismo dilagante, che poco o nulla ha a che vedere con il rispetto del Creato.

Al contrario, si serve dell’ambientalismo come pretesto per una politica antieconomica e, in definitiva, anti-umana.

Fabio Dragoni, nel suo bestseller "Per non morire al verde", pubblicato per il Timone, ha dimostrato come queste iniziative legislative spesso ignorino la realtà del nostro sistema economico e sociale.

L'ecocidio, lungi dall'essere una misura di protezione ambientale equilibrata, rischia di diventare uno strumento di persecuzione contro le industrie e le attività produttive, portando con sé non solo danni economici ma anche un clima di incertezza e paura.

Introdurre una norma di questo genere vorrebbe dire mettere le imprese nelle mani della magistratura, con un reato che è molto aleatorio, visto che non si capisce bene quali ne siano i contorni.

Questa spirale di follia ecologica ha raggiunto un punto critico da cui sembra non esserci via d'uscita.

Facciamo sentire forte la nostra voce, urliamo il nostro “No” a questa ecofollia, senza se e senza ma!

Firma subito la petizione per chiedere al Ministro Fratin di fare tutto il possibile per opporsi a una misura che, qualora venisse approvata dal Parlamento, potrebbe avere gravi ripercussioni sull'economia nazionale e sul tessuto sociale del nostro Paese.

Insieme, riusciremo a fermare questa ennesima ecofollia!


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