
I cristiani in Siria stanno scomparendo: il Parlamento Europeo rompe finalmente il silenzio!
In Siria, i cristiani non stanno solo soffrendo. Stanno scomparendo.
Sotto gli occhi indifferenti del mondo, una delle comunità più antiche del Medio Oriente viene brutalmente cancellata. Tra esplosioni, intimidazioni e discriminazioni sistemiche, la loro esistenza è appesa a un filo.
Il 22 giugno, un attentato suicida ha colpito la chiesa greco-ortodossa di Mar Elias, nel quartiere Dweila di Damasco, provocando un tragico bilancio: almeno 25 fedeli uccisi e oltre 60 feriti, durante la liturgia.
La responsabilità è stata rivendicata dal gruppo jihadista Saraya Ansar al Sunna. È stato l’attentato anticristiano più letale in Siria da anni.
Ma non è stato un caso isolato! È l’ennesimo capitolo di una persecuzione radicata, sistematica, pianificata.
Dopo la caduta del regime di Assad, il potere è finito nelle mani di Ahmed al‑Sharaa, ex comandante del gruppo jihadista Hay’at Tahrir al‑Sham.
Da quel momento, gli attacchi ai cristiani si sono moltiplicati: ad Aleppo, miliziani islamisti hanno bruciato un albero di Natale; nel nord-ovest, uomini armati affiliati al governo hanno sfilato in villaggi cristiani gridando slogan intimidatori; in molte zone, attivisti islamici girano con megafoni incitando alla conversione.
È un clima di terrore!
Di fronte a questo orrore, il Parlamento Europeo ha finalmente reagito.
In una risoluzione d’urgenza, ha condannato fermamente l’attentato di Mar Elias, denunciato il clima di persecuzione in Siria e chiesto maggiore protezione per i cristiani e le altre minoranze religiose.
La risoluzione – frutto di una mozione congiunta tra i principali gruppi politici – è un segnale chiaro: la comunità internazionale non può più ignorare!
«Questo è un passo importante verso la creazione di uno slancio internazionale per la protezione dei cristiani in Siria», ha affermato Kelsey Zorzi, direttrice Global Religious Freedom di ADF International.
Adina Portaru, Senior Counsel presso ADF a Bruxelles, ha aggiunto: «Chiediamo alla Commissione Europea di nominare senza ulteriori indugi un Inviato speciale per la promozione della libertà religiosa. È un passo necessario, urgente e non più rinviabile».
Il Parlamento ha inoltre sollecitato indagini indipendenti, la punizione dei responsabili, la ricostruzione della chiesa di Mar Elias e l’istituzione di un fondo per il dialogo interreligioso.
Eppure, le parole da sole non bastano. Abbiamo bisogno di azioni concrete e attenzione pubblica.
Per questo, stiamo portando avanti una vasta campagna di sensibilizzazione online, soprattutto su Facebook, per dare voce ai cristiani perseguitati della Siria.
Aiutaci, con una tua donazione, a diffondere questo grido d’allarme. Anche un piccolo contributo può fare la differenza!
Ma mentre si discute nelle sedi istituzionali, la realtà sul campo peggiora.
A Maharda, un villaggio cristiano, uomini armati hanno sfilato recitando versi sul profeta Maometto come avvertimento.
A Tartus, su una chiesa vandalizzata, sono stati lasciati messaggi con la richiesta della jizya – la tassa medievale per i non musulmani.
Ai posti di blocco, i cristiani subiscono controlli umilianti. Le tombe nei cimiteri cristiani vengono profanate, le croci spezzate.
Le autorità non solo non intervengono, ma spesso osservano in silenzio!
Il vescovo Yulian Murad, da Homs, parla apertamente di «impunità sistematica». E non è l’unico! Secondo Open Doors, la popolazione cristiana in Siria si è ridotta da 1,5 milioni nel 2011 a meno di 300.000. Solo ad Aleppo si è passati da 250.000 a 30.000 cristiani.
Questa non è semplice instabilità. È un progetto di cancellazione, una persecuzione silenziosa ma spietata, che mira a estirpare il cristianesimo dalla sua culla storica.
Non possiamo più voltare lo sguardo altrove. Serve una mobilitazione collettiva, serve una risposta visibile.
Aiutaci a far conoscere questa tragedia, sostenendo la nostra grande campagna di informazione online con una donazione oggi stesso.
Il silenzio uccide, ma l’indifferenza complice è peggio!
Se oggi non alziamo la voce per i cristiani della Siria, domani non ci sarà più nessuno da ascoltare.