In Europa prende sempre più piede l’islam radicale
Cristiani nel mirino. Anche in Europa.
Lo ha rivelato un rapporto confidenziale dell’intelligence francese, subito diffuso dal quotidiano Le Figaro.
Secondo la DGSI-Direzione Generale per la Sicurezza Interna, siamo di fronte ad una vera e propria «ossessione jihadista» contro i cristiani, ritenuti «infedeli» e «idolatri».
L’allarme è scattato dopo l’omicidio di Ashur Sarnaya, avvenuto lo scorso 10 settembre a Lione, tra l’altro in diretta, durante una live su TikTok.
Forse ti ricorderai di questa vicenda: Sarnaya era un 45enne cristiano assiro-caldeo, originario di Ankawa, nel Kurdistan iracheno.
Era giunto in Francia con la sorella nel 2014 e due anni dopo gli è stato riconosciuto lo status di rifugiato.
Lui era disabile, si spostava sulla sedia a rotelle, per cui i social rappresentavano il suo modo per diffondere il Vangelo. È stato sgozzato a sangue freddo, con un colpo di machete alla gola.
Agghiacciante! Ma questo, secondo i Servizi francesi, non è da intendersi come un caso isolato, bensì come il frutto avvelenato di una propaganda jihadista, che prosegue incessante da decenni.
Era il 1998, quando il leader di al-Qaeda, Osama bin Laden, emise una fatwa per incitare l’attacco di «ebrei e crociati».
Anche il suo successore, Ayman al-Zawahiri, parlava di uno scontro con «i crociati ed i loro alleati».
L’Isis ha poi fatto propria questa retorica anticristiana. Nel 2015 la rivista Dar al-islam ha suggerito di attaccare le chiese per «instillare paura nei loro cuori».
Alle minacce sono seguiti i fatti con centinaia di morti in Algeria, in Pakistan, in Libia… Ma anche in Europa. Ti cito solo alcuni casi, per rinfrescarci la memoria.
Forse ricorderai i 12 morti in un mercatino di Natale a Berlino nel 2016, l’omicidio di Padre Jacques Hamel a Saint-Étienne-du-Rouvray o l’attacco alla basilica di Nizza nel 2020…
Oppure hai sentito parlare degli incendi dolosi a Saint-Omer e degli attacchi con i gas lacrimogeni durante le cerimonie religiose a Digione.
L’OIDAC-Osservatorio sull’Intolleranza e la Discriminazione contro i Cristiani lo ha detto a chiare lettere: il nostro Continente sta affrontando una crescente ondata di violenza anticristiana.
C’è un solo modo per porre fine a tutto questo: fermare l’immigrazione irregolare, canale da cui spesso entrano in Italia integralismo, caos, violenze, criminalità e terrorismo islamico.
Troviamo incredibile che vi sia ancora chi, soprattutto a Sinistra, si ostini a considerare i clandestini delle “risorse”, sfoderando una retorica perbenista ed immigrazionista, sconfessata dalle cronache.
I fatti ci dicono come la realtà sia purtroppo un’altra. Ma dobbiamo gridarlo a gran voce. Per questo ti invitiamo a sottoscrivere la petizione promossa da Pro Italia Cristiana.
È indirizzata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, affinché intensifichi l’azione di governo per bloccare in modo deciso e fermo l’arrivo di clandestini nel nostro Paese.
Per rendere ancora più forte questo nostro appello, è necessario sostenerlo con una vasta campagna di sensibilizzazione sui social, che consentono di raggiungere tanti in poco tempo.
Hanno però un costo, di cui da soli non riusciremmo a farcene carico. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
È urgente e ti diciamo il perché: un recente sondaggio, condotto in Francia dall’Ifop-Institut Français d’Opinion Publique, ha rivelato come, tra i musulmani, i giovani siano più integralisti degli anziani.
Nel giro di 36 anni gli under 25 presenti alla preghiera in moschea sono passati dal 7 al 40% e ritengono la sharia superiore alle leggi della République.
Il 42% (contro il 19 del 1998) manifesta simpatie verso l’integralismo islamico, in particolare verso i “Fratelli Musulmani”.
L’83% dei minori di 25 anni osserva scrupolosamente il Ramadan (contro il 51% del 1989). Il velo islamico, l’hijab, viene indossato dal 45% delle giovani (contro il 16% del 2003).
Secondo François Kraus, direttore della Divisione politica e attualità dell’Ifop, queste percentuali indicano come i musulmani siano sempre più attratti da un islam estremamente identitario.
Seguono anzi «un progetto politico d’ispirazione islamista». Il 45% degli uomini ed il 57% delle donne under 35 rifiuta addirittura la mescolanza tra maschi e femmine.
Il che significa niente strette di mano, niente visite e cure mediche in presenza di personale sanitario del sesso opposto, nessun utilizzo di spazi pubblici misti.
Tutto questo ha anche evidenti, pesanti ricadute sociali. Ma soprattutto mostra quanto la propaganda integralista, anche digitale, abbia lasciato il segno.
E questo in un Paese, la Francia, ferito da una stagione di gravi attentati in nome della jihad. Ma nessuno, in realtà, in Europa può dirsi al sicuro.
Tutto questo mostra quanto urgente sia fermare il processo di islamizzazione e di radicalizzazione in atto nel nostro Continente.
Non lasciamo l’Europa nelle mani della jihad islamica!