La tua firma per il ritiro della mostra sacrilega
Per rispondere alla blasfemia della Mostra “Gratia plena”, di cui ti abbiamo già parlato la scorsa settimana, sabato 9 marzo è stata organizzata la recita di un Rosario di riparazione davanti alla chiesa di Sant’Ignazio di Carpi, che ospita i quadri osceni e sacrileghi.
Tra il centinaio di persone presenti, abbiamo partecipato anche noi dell’Osservatorio sulla Cristianofobia.
“Di fronte a una mostra che pone dei problemi di blasfemia, o per lo
meno suscita la malizia nei fedeli invece di suscitare sentimenti di
contrizione e di dolore per Gesù morto e crocifisso, questo atto ha un
senso prettamente riparatore”, hanno detto le promotrici della preghiera pubblica, Benedetta Pari, Marta Polia e Chiara Verrini.
“Abbiamo recitato il Rosario – hanno continuato –, che è proprio la
preghiera mariana per eccellenza, la preghiera di nostra Madre,
anzitutto per chiedere perdono per le persone che hanno organizzato
questa mostra. Non ci rivolgiamo tanto all’autore, quanto a
coloro che hanno organizzato la manifestazione, quindi la Diocesi di
Modena-Carpi, che poteva benissimo porsi delle domande sulla bontà di
questa mostra, e interrogarsi visto che i fedeli sono stati
scandalizzati”.
Purtroppo, bisogna dire che da parte della Curia finora non è
arrivato nessun passo indietro, né alcuna mostra di ravvedimento. Questo
è davvero triste e personalmente mi addolora non poco.
Per questo i Rosari continueranno.
Ora, se non lo avessi ancora fatto, ti ricordiamo di firmare subito qui la nostra comune protesta al vescovo di Carpi Erio Castellucci per mostrargli tutta la nostra indignazione e chiedergli di far ritirare immediatamente le “opere d’arte” blasfeme esposte nella chiesa (consacrata!) di Sant’Ignazio.
E poi ti chiediamo per favore di diffondere il più possibile questa petizione tra i tuoi contatti.
Dobbiamo essere in tanti! Perché un fatto del genere non può passare sotto silenzio e la protesta deve avere la maggior risonanza possibile!
Se anche la Chiesa si presta all’azione di “artisti” blasfemi, cosa ne sarà di noi?
Ti riassumiamo brevemente la vicenda.
Nonostante la diocesi abbia diffuso un comunicato stampa in cui sostanzialmente afferma che il problema sta in chi interpreta male i quadri, la realtà è ben diversa.
A parte il fatto che, oggettivamente, si tratta di quadri orribili: il che è già grave se solo pensiamo a cosa sia l’arte, quella vera, che la Chiesa ha promosso nei secoli.
Ma poi basta guardarli. Ci sono scene che alludono molto chiaramente a pratiche sessuali, anche omosessuali. Non ti mostriamo le immagini per pudore, ma le puoi trovare su internet.
Che non ci vengano a dire che questa interpretazione è frutto della nostra mente perversa, perché, come ha ben dimostrato La Nuova Bussola quotidiana, la guida stessa ha spiegato al cronista visitatore che lo scopo è quello di provocare.
Oltretutto, l’artista non è certo un cattolico.
Insomma, non lasciamoci prendere in giro!
Non so a te, ma a noi hanno insegnato che, quando si entra in chiesa, occorre togliersi il capello, mica la testa!
Opere del genere non devono trovare posto in un luogo sacro (e a dire il vero nemmeno altrove)!
Firma subito, oggi stesso, la petizione che invieremo direttamente a mons. Castellucci, vescovo di Carpi. Facciamo sentire la nostra indignazione e chiediamo che la mostra venga chiusa.
Riportiamo testualmente quanto scrive Andrea Zambrano su La Nuova Bussola quotidiana:
“Il quadro che sta scandalizzando e indignando ritrae un Cristo in croce perfettamente riconoscibile dalla scritta INRI (che dà il nome all’opera in gesso, cera e argilla pigmentata) e dai segni dei chiodi sui piedi. Solo che davanti al Cristo c’è un uomo che ha il volto completamente rivolto verso le parti intime di nostro Signore (Dio ci
perdoni l’ardire delle parole, ma quello è) che non è nemmeno rivestito di un misero straccio. La mano destra è nascosta dietro le cosce del Redentore, mentre la sinistra si allunga fino a premere il costato di Gesù”.
Ma purtroppo non finisce qui. Perché anche altre opere sono alquanto offensive, sia nei confronti di Gesù, sia della Madonna.
Ad ogni modo, si pensi come la si pensi, si tratta di dipinti che, ripeto, non dovrebbero avere alcun spazio in un luogo sacro.
Ma perché la Chiesa deve piegarsi a queste cose? Crede così di essere più aperta, tollerante, moderna, al passo coi tempi? Crede in tal modo di riuscire ad attirare a sé i lontani? Perché, se così fosse, si tratterebbe di uno sbaglio clamoroso e grave.
E soprattutto di un insulto a Dio e alla Madonna!
Ecco perché è nostro dovere intervenire, far sentire il nostro disappunto al vescovo. Dobbiamo farlo in quanto fedeli laici cattolici. Non è ammissibile quello che stiamo vedendo!
Firma subito la nostra comune protesta al vescovo di Carpi Castellucci. Gliela dobbiamo inviare il prima possibile, e con un numero importante di firme!
Il tuo ruolo è fondamentale! Ti preghiamo anche di diffondere a tutti i tuoi contatti questa petizione.
Il nostro sarà un piccolo gesto agli occhi del mondo, ma visto e benedetto dal Cielo. Una piccola testimonianza per dire basta a queste blasfemie, approvate anche, purtroppo, da uomini di Chiesa.
Non basta dire, come ha fatto la diocesi, che verrà inserito un addendum “alcatalogo della mostra, un sussidio che presenta le singole opere dal punto di vista dell’artista che illustra la sua ricerca religiosa e spirituale, fornendo gli elementi culturali e personali per comprenderne il senso”. Perché già questo ci dice che, evidentemente, qualche problema c’è.
Ripetiamo, non prendiamoci in giro! Parliamo con franchezza! Perché è la verità a farci liberi, non la menzogna.
Aiutaci, ti preghiamo a dare questa testimonianza di verità.