L’Europa cambia rotta, l’Italia guida la svolta sull’immigrazione irregolare!

L’Europa cambia rotta, l’Italia guida la svolta sull’immigrazione irregolare!

Quello che è successo a Bruxelles non è un dettaglio tecnico per addetti ai lavori: è una svolta politica vera, concreta, che cambia la rotta dopo anni di caos, ipocrisie e porte spalancate.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato una riforma delle politiche migratorie e del sistema d’asilo tra le più restrittive degli ultimi anni.

Il nuovo impianto normativo dovrà ora passare al Parlamento europeo, ma – salvo sorprese – entrerà in vigore entro giugno 2026.

Cosa cambia davvero con questa nuova proposta? Cambia tutto ciò che per anni ha reso l’Europa debole e ricattabile.

Vengono introdotte procedure accelerate per l’esame delle domande d’asilo, soprattutto per chi proviene dai cosiddetti Paesi di origine sicuri.

Viene riformato il concetto di Paese terzo sicuro, che consentirà di respingere una domanda come inammissibile senza nemmeno esaminarla nel merito, se il migrante avrebbe potuto chiedere protezione altrove.

Soprattutto, i ricorsi non avranno più automaticamente effetto sospensivo: chi riceve un diniego non potrà più restare in Europa per anni in attesa di una decisione. È una rivoluzione culturale prima ancora che giuridica.

Arriva poi il cuore della svolta: la possibilità di creare “return hub” e centri di trattenimento in Paesi terzi, dove trasferire i migranti irregolari in attesa di rimpatrio.

Questo significa espulsioni più rapide, meno illusioni per chi parte e un colpo durissimo ai trafficanti di esseri umani.

Non solo: la riforma prevede perquisizioni più severe, obbligo di dati biometrici, misure restrittive fino alla detenzione per chi si trova irregolarmente sul territorio europeo.

È la fine dell’anarchia mascherata da accoglienza. Ma guai ad abbassare la guardia: questa battaglia non è affatto finita!

Ed è proprio per trasformare questa svolta europea in una pressione popolare forte che ti chiediamo ora un gesto semplice ma decisivo: se non l’hai ancora fatto, sottoscrivi la petizione “Fermiamo l’immigrazione irregolare!”, promossa da Pro Italia Cristiana.

Firmare significa dire basta all’ipocrisia, basta al caos, basta all’invasione mascherata da emergenza umanitaria.

Ma non basta! Abbiamo bisogno di far circolare queste informazioni, di raggiungere chi ancora non conosce cosa sta realmente cambiando in Europa, di rompere il muro del silenzio e della disinformazione.

Per questo, vogliamo potenziare sempre più la nostra grande campagna di sensibilizzazione online. Ma per farlo, abbiamo bisogno del tuo aiuto!

Ogni sostegno concreto, anche piccolo, rende questa battaglia più forte, ogni condivisione è un atto di responsabilità e ogni messaggio diffuso è un seme di consapevolezza. Coraggio, contiamo su di te!

L’Italia ha avuto un ruolo decisivo in questa battaglia.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi lo ha detto senza giri di parole: questa è “la svolta che l’Italia chiedeva da tempo”.

Finalmente una lista europea dei Paesi di origine sicuri, finalmente un sistema di rimpatri più veloce e più efficace, finalmente la possibilità di applicare su larga scala le procedure accelerate di frontiera.

E, soprattutto, i centri in Albania si sbloccano e diventano il primo vero modello europeo di return hub: ciò che per anni è stato sabotato politicamente e giudiziariamente, oggi diventa lo standard dell’Unione.

Tutto questo accade mentre i numeri raccontano una verità che non si può più nascondere:

– il 63% degli italiani vuole limitare l’immigrazione,
– il 59% vede degrado nei quartieri ad alta presenza straniera,
– il 54% teme per la propria identità culturale,
– e la povertà assoluta tra gli stranieri è cinque volte quella degli italiani.

Questa non è paura: è realtà sociale, è sofferenza concreta, è insostenibilità evidente.

Le ONG protestano, una parte della politica europea lavora già per indebolire questi strumenti, e il Parlamento UE potrebbe ancora modificare alcuni passaggi.

Se molliamo ora, se torniamo a tacere, se lasciamo soli i governi che stanno provando a cambiare le cose, questa svolta rischia di essere svuotata dall’interno.

Questa volta l’Europa ha iniziato a capire. Adesso tocca a noi non mollare!

 

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