
L'imam di Bologna contro Natale, libertà e donne: il nemico è tra noi. Reagiamo!
C'è un’Italia che, nel nome del multiculturalismo spinto all’estremo, tollera, accetta, perfino finanzia chi quotidianamente attacca i nostri valori più profondi.
A Bologna, nel centro islamico IQRAA, è in corso un esperimento pericoloso: la trasformazione di una moschea in megafono dell’islamismo radicale.
Dopo l’espulsione dell’imam Zulfiqar Khan, considerato un rischio per la sicurezza nazionale, il suo posto è stato preso da Omar Mamdouh, giovane predicatore con una retorica ancora più aggressiva, diventato influencer su TikTok.
I suoi video raccolgono centinaia di migliaia di visualizzazioni. I suoi messaggi sono chiari e inquietanti:
- “L’Islam arriverà dove arrivano il giorno e la notte. Arriverà in tutte le case.”
- “Quando arriva il Natale e i musulmani fanno gli auguri, è un insulto. Allah non ha figli, e chi lo dice mi fa arrabbiare.”
E’ un attacco frontale alla nostra cultura, alle nostre feste, alla nostra libertà religiosa!
Le sue parole non sono semplici opinioni: sono dogmi lanciati con tono intimidatorio, che seminano odio e rifiuto della convivenza.
Ma non è solo Natale ad essere colpito. È la donna, è la libertà femminile: “Se volete togliere il velo, prima andate nelle chiese. Anche le suore lo portano. Ma voi non avete il coraggio di toccare la chiesa. Lei (una politica italiana) si deve vergognare e stare zitta”, dice Mamdouh.
Sì, ha usato queste parole: “Vergognarsi e stare zitta”. Un linguaggio che non solo offende una rappresentante dello Stato, ma che trasuda violenza verbale, sessismo, fanatismo.
Nel suo mondo, una donna non può parlare liberamente con un uomo, neppure per una banale richiesta all’autista dell’autobus, ma soprattutto: non può sottrarsi a una visione che la sottomette per legge.
Queste idee non restano confinate tra le mura di una moschea. Si diffondono online, si moltiplicano, si normalizzano.
Il profilo TikTok “Il vero Islam” ha oltre 20.000 follower, migliaia di like e commenti. Alcuni video superano mezzo milione di visualizzazioni.
È la conferma che non si tratta del delirio di un singolo. È una strategia ben definita!
Lo ha detto chiaramente l’europarlamentare Anna Maria Cisint (Lega): “Stiamo subendo una vera strategia di conquista da parte dell’Islam radicale, che avviene attraverso la predicazione nelle moschee, nelle scuole e sui social.”
Lo ha ribadito anche il senatore Marco Lisei (FdI): “Una minaccia diretta ai valori costituzionali, alla nostra cultura e identità. Questo linguaggio non ha nulla a che fare con l’integrazione.”
Queste voci ci dicono una cosa sola: non possiamo più far finta di niente!
Quello che accade a Bologna è solo un esempio. L’Italia è piena di centri culturali che si presentano come luoghi di dialogo, ma che celano predicazioni fondamentaliste, incompatibili con la nostra civiltà.
E tutto questo accade sotto lo sguardo distratto o complice di amministrazioni come quella di Bologna, guidata da una sinistra che ha smarrito il senso della realtà.
Dobbiamo pretendere controlli severi sulle moschee, chiarezza sui contenuti predicati, monitoraggio dei social dove l’estremismo corre indisturbato.
Di fronte a tutto questo, non possiamo restare a guardare. È il momento di agire concretamente!
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione "Basta con la sottomissione all'Islam!", promossa da Pro Italia Cristiana.
Unisciti anche tu a questa battaglia di civiltà. L’Italia ha bisogno anche della tua voce!
Ma non basta! È anche fondamentale che le persone siano adeguatamente informate, che acquisiscano consapevolezza della gravità del fenomeno.
Per questo, vogliamo rafforzare la nostra già ampia campagna di sensibilizzazione online tramite Facebook, lo strumento più potente per diffondere messaggi e coinvolgere un vasto pubblico in tempi brevi.
Tuttavia, un’azione di questa portata comporta costi significativi. Ed è proprio per questo che ci rivolgiamo a te, chiedendo il tuo prezioso aiuto. Ogni gesto, anche piccolo, conta!
Non siamo ospiti in casa nostra. L’Italia è nostra e va difesa!