L’Isis torna a far paura: dal Sahel controlla la jihad internazionale

L’Isis torna a far paura: dal Sahel controlla la jihad internazionale

L’incubo dell’Isis non è finito. Ha solo cambiato le proprie coordinate geografiche, ma l’orrore della jihad continua a versare sangue innocente. Senza che nessuno ne parli.

Ora la multinazionale del terrorismo islamico a livello mondiale si è spostata dal Medio Oriente alla regione africana del Sahel. A rivelarlo, è stato l’autorevole Global Terrorism Index 2025.

Il Sahel subsahariano è in gran parte sconosciuto. Rappresenta un ottimo nascondiglio, quindi, per consentire agli jihadisti di agire indisturbati.

Proprio per questo, negli ultimi dieci anni, è divenuto l’epicentro del terrorismo più efferato e disumano, responsabile di oltre la metà di tutte le morti violente avvenute sul pianeta.

L’Isis tira le fila dell’orrore su scala internazionale, servendosi di tutti i gruppi associati come al-Qaeda, Jamaat Nusrat al-Islam wal Muslimeen, Tehrik-e-Taliban Pakistan e al-Shabaab.

Si servono soprattutto dei minori, più vulnerabili e suggestionabili: è più facile entusiasmarli col sogno di un califfato e addestrarli all’odio verso gli ebrei e verso i Cristiani.

Non a caso, in Europa, 1 persona su 5 arrestata per terrorismo viene qualificata giuridicamente come «minore».

Questo ci conferma circa la necessità di fermare immediatamente l’immigrazione selvaggia. È tra le fila dei clandestini, che si nascondono molti degli jihadisti, che insanguinano le nostre strade.

Finché non si chiudono le frontiere a questa invasione silenziosa, rappresenteremo sempre bersagli troppo facili e saremo impotenti nel tentativo di arginare l’escalation di violenza.

Il governo Meloni è intervenuto efficacemente per cercare di risolvere il problema, ma non basta frenare i flussi: occorre porvi fine.

Per questo abbiamo due strumenti, entrambi validi ed efficaci. Il primo consiste nel firmare, se ancora non lo hai fatto, la petizione «Fermiamo gli sbarchi!», promossa da Pro Italia Cristiana.

È indirizzata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Gli si chiede di assumere tutte le misure necessarie per imporre uno stop deciso alla migrazione di clandestini in Italia.

Fare pressioni in questo senso oggi è molto importante. I media purtroppo ignorano per lo più il problema, non sembrano darvi troppa importanza. Ma sbagliano!

Il secondo modo consiste nel lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione tramite i social, per informare e trovare nuovi amici pronti ad unirsi a noi in questa battaglia di civiltà.

L’operazione ha un costo, che da soli non riusciamo a sostenere. Per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto!

L’Italia non può più far fronte alle massicce ondate di immigrati irregolari, che giungono periodicamente dalle coste dell’Africa.

Dobbiamo anche fronteggiare il fenomeno della crescente islamizzazione del nostro Paese, purtroppo da tempo in atto e che mina le nostre radici, la nostra storia e le nostre tradizioni cristiane.

Per tutti questi motivi, assolutamente urgenti, dobbiamo riprendere definitivamente il controllo dei nostri confini.

Attualmente l’Isis è la multinazionale del più efferato terrorismo islamico ed è presente in ben 22 Paesi. È in grado di coordinare, ispirare e compiere attacchi in ogni angolo del mondo.

Le sue strategie operative sono in continua evoluzione, favorite anche dalla progressiva ritirata delle forze occidentali dalle regioni africane, culla dello jihadismo.

Ciò estenderà in tempi brevi la minaccia di complotti esterni e di attacchi non solo nel Nord-Africa, ma potenzialmente anche in Europa, rendendo le minacce di nuovo un pericolo concreto.

Se non fermiamo prima quest’invasione silenziosa, che sbarca quasi quotidianamente in Italia, dobbiamo prepararci al peggio.

Manteniamo l’Italia e l’Europa cristiane! Impediamo ai terroristi islamici di spargere nuovo sangue innocente nelle nostre strade!

 

Attribuzione Immagine: dominio pubblico, Wikimedia Commons
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