Nigeria: il sangue dei Cristiani grida!
Immagina la scena.
È l’una del mattino. Gli alunni di una scuola primaria e secondaria si trovano in dormitorio. All’improvviso sentono urla e spari. Fanno fatica a capire cosa stia accadendo.
Un agente della sicurezza viene gravemente ferito in un conflitto a fuoco. Dodici docenti e ben 303 studenti sul totale di 629 iscritti vengono rapiti. C’è terrore, concitazione, sangue.
È quanto avvenuto poche settimane fa in Nigeria, presso la scuola cattolica St. Mary. Dove sono tenuti ora gli ostaggi? Non si sa. Forse sono stati nascosti nella foresta di Birnin Gwari.
Ma è solo un’ipotesi. Ciò che ti abbiamo descritto è solo un episodio recente della persecuzione di cui ogni giorno nel Paese africano sono vittima i cristiani, esclusivamente a causa della loro fede.
A farla da padroni nel nord-est della Nigeria, a maggioranza musulmana, sono due gruppi legati al terrorismo islamico, Boko Haram e l’Iswap, noti per la loro ferocia inaudita.
A loro si aggiunge la furia dei pastori Fulani musulmani. Massacri, distruzioni e violenze sono all’ordine del giorno. Nel loro mirino ci sono i cristiani che abitano nei villaggi della zona.
Vengono ammazzati, sequestrati, le loro case distrutte, le chiese devastate. La situazione è ormai insostenibile da queste parti.
Più o meno negli stessi giorni gli jihadisti hanno sferrato un attacco contro la chiesa di Eruku, portando via anche qui decine di fedeli ed ammazzando tre persone.
Solo il Presidente americano Donald Trump ha avuto però finora il coraggio di spezzare il silenzio internazionale.
Ha minacciato un’azione militare contro gli jihadisti, nel caso la Nigeria non assumesse provvedimenti seri per contrastarli.
Una cosa sola è certa: la violenza contro i cristiani, perseguitati in odium fidei, deve cessare! E deve cessare anche il silenzio pressoché totale dei media sulla persecuzione in atto.
Tacere quel che realmente accade significa rendersene complici. Ed noi non vogliamo farlo. Per questo intendiamo lanciare una nuova, vasta campagna di sensibilizzazione.
I social consentono di raggiungere tanti in poco tempo e di colmare così il vuoto d’informazione lasciato dalla grande stampa. Ma hanno un costo, che da soli non riusciremmo a sostenere. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
È urgente e a dirlo non siamo noi, ma il vescovo di Makurdi, mons. Wilfred Anagbe, in un’audizione alla Sottocommissione per gli Affari Esteri della Camera statunitense.
In quella sede ha definito «necessario un intervento politico, militare e umanitario coordinato» ed ha aggiunto: «L’inazione non fa che incoraggiare gli estremisti».
«Il sangue dei cristiani nigeriani grida a voi! Non possiamo permetterci di aspettare oltre», ha dichiarato il prelato nigeriano.
Diversamente – ha concluso, con profonda tristezza - «il Cristianesimo rischia di scomparire in brevissimo tempo».
Secondo il deputato repubblicano Chris Smith, presidente della Sottocommissione Usa, «la Nigeria è l’epicentro della persecuzione religiosa», la più feroce in corso.
Ancora lo scorso 2 dicembre un sacerdote cattolico, Padre Emmanuel Ezema, è stato prelevato e sequestrato dalla chiesa di San Pietro, a Rumi, ad opera di un gruppo di jihadisti armati.
All’indomani del rapimento, la Diocesi di Zaria ha chiesto a tutti di pregare per il suo rilascio ed il suo rientro in parrocchia.
La Chiesa in quel Paese africano è martire. Molti i sacerdoti ed i seminaristi cattolici ammazzati dagli Anni Cinquanta, quando iniziarono le prime violenze, ad oggi.
I fedeli nigeriani dimostrano grande coraggio nel professare e testimoniare il proprio Credo, senza fare sconti alla verità e spesso a prezzo della vita.
Dal 1999, da quando cioè 12 Stati del Nord della Nigeria hanno adottato ufficialmente come legge la sharia islamica, la persecuzione dei Cristiani si è acuita ed è divenuta sistematica.
Per farti un esempio, delle 270 ragazze prelevate dalla scuola di Chibok e sequestrate nel 2014, 87 di loro mancano ancora all’appello. Di loro non si sa nulla.
L’agenzia d’informazione LifeSiteNews non ha esitato a scrivere che in Nigeria è in corso un vero e proprio «genocidio». La definizione è quanto mai centrata.
Ad agosto gli jihadisti hanno attaccato un villaggio cristiano, provocando tre morti e molti feriti. E questo appena due mesi dopo aver massacrato oltre 200 cristiani nella stessa zona.
Crediamo quindi che sia un dovere della Chiesa universale e della comunità internazionale tutelare l’esistenza e la libertà dei Cristiani in Nigeria.
Non possiamo più stare a guardare, indifferenti. Dobbiamo agire! Ma, per farlo, il primo passo consiste nel far sapere quel che sta realmente accadendo.
Ecco perché è importante la vasta campagna di sensibilizzazione, che intendiamo lanciare. Aiutaci anche tu, con la tua migliore offerta!
Fermiamo la jihad in Nigeria!