
Non possiamo tacere: il martirio dei cristiani ci chiama! Rompiamo il silenzio!
Nel silenzio assordante dell’indifferenza, il sangue dei cristiani perseguitati continua a scorrere.
Ogni giorno, in diverse parti del mondo, uomini, donne e bambini vengono privati della loro libertà, della loro dignità e, troppo spesso, della loro stessa vita, solo per il fatto di professare la loro fede.
È un dramma che ci riguarda tutti, un grido di dolore che non può restare inascoltato.
Nigeria: un seminarista assassinato
La Nigeria è diventata un cimitero per i cristiani.
L’orrore si è ripetuto ancora una volta con l’assassinio del seminarista Andrew Peter, sequestrato insieme a padre Philip Ekweli. Mentre il sacerdote è stato rilasciato, il giovane seminarista ha pagato con la vita il solo fatto di credere in Cristo.
La diocesi di Auchi lancia un appello disperato: le autorità devono garantire la sicurezza della popolazione, ormai in balia di bande armate che sequestrano, torturano e uccidono impunemente.
Sei sacerdoti rapiti in dieci anni, un altro brutalmente assassinato. Fino a quando dovremo contare i martiri della fede?
Myanmar: la furia distruttrice della giunta militare
A Banmaw, la cattedrale di San Patrizio è stata incendiata dai soldati della giunta militare.
Non solo un luogo di culto, ma il cuore pulsante di una comunità cristiana che resiste nonostante le persecuzioni. Una distruzione che segue l’incendio della casa del sacerdote e degli edifici diocesani.
Le fiamme che hanno divorato le mura della cattedrale sono il simbolo dell’odio che cerca di spegnere la luce della fede in Myanmar.
Non possiamo permettere che il silenzio copra atrocità come queste, che si consumano ogni giorno. Unisciti a noi e fai sentire la tua voce!
Con il tuo sostegno, possiamo ampliare la nostra campagna di sensibilizzazione su Facebook ed illuminare il buio che circonda i nostri fratelli cristiani perseguitati. Ogni donazione è una voce che si unisce al grido di chi soffre!
Iran: 40 anni di carcere per tre cristiani convertiti
In Iran, la persecuzione si manifesta con condanne draconiane.
Abbas Soori, Mehran Shamloui e Narges Nasri – quest’ultima incinta – sono stati condannati a oltre 40 anni di carcere per il semplice fatto di essersi convertiti al cristianesimo.
Un’ingiustizia che calpesta ogni principio di libertà religiosa e diritti umani.
Narges, alla metà della sua gravidanza, deve affrontare la prigionia con la prospettiva di partorire dietro le sbarre, privata di ogni diritto. Questa non è giustizia, è barbarie!
India: privati anche del diritto alla sepoltura
A Siunaguda, nello Stato indiano dell’Orissa, i cristiani non solo subiscono pressioni per convertirsi all’induismo, ma sono persino privati del diritto di dare degna sepoltura ai loro cari.
Una famiglia è stata costretta a riconvertire il defunto prima di poterlo seppellire.
Una violazione crudele della libertà religiosa, una ferita profonda inflitta alla dignità umana.
Il nostro dovere: alzare la voce e agire!
Non possiamo più restare inermi. Le vite spezzate, le chiese incendiate, i diritti calpestati devono scuotere le nostre coscienze.
La persecuzione dei cristiani è una piaga aperta nel nostro tempo. La Storia ci giudicherà per il nostro coraggio o per la nostra indifferenza. Scegliamo di non voltare lo sguardo altrove.
Ma non basta indignarsi, dobbiamo agire! La nostra missione è portare questa tragedia sotto gli occhi del mondo, far conoscere le sofferenze dei nostri fratelli cristiani e mobilitare chiunque abbia a cuore la giustizia e la libertà.
Sostieni la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online: il tuo aiuto può fare veramente la differenza per diffondere questa tragica realtà!
Il silenzio alimenta l’ingiustizia, l’azione accende il cambiamento. È il momento di scegliere!