Profanato l’Altare di San Pietro: rispondiamo con la supplica al Cuore Immacolato di Maria!

Profanato l’Altare di San Pietro: rispondiamo con la supplica al Cuore Immacolato di Maria!

Ancora una volta, la Casa di Dio è stata profanata!

Venerdì 10 ottobre 2025, nella Basilica di San Pietro, durante le ore del mattino, un uomo è salito sui gradini dell’Altare della Confessione e, davanti ai presenti attoniti, ha calato i pantaloni e ha urinato sull’altare stesso, profanando ciò che è più santo e venerabile sulla terra.

L’uomo è stato fermato dagli addetti alla sicurezza e consegnato alla Gendarmeria vaticana, ma il sacrilegio era ormai compiuto.

Si tratta del terzo atto di profanazione in poco più di due anni sotto la reggenza del cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica vaticana:

  • Il 1° giugno 2023, un uomo completamente nudo salì in piedi sull’altare maggiore, mostrando sulla schiena la scritta “Save children of Ukraina”. Due giorni dopo, fu necessario un rito penitenziale di riparazione.
  • Il 7 febbraio 2025, un altro uomo rovesciò i candelabri e danneggiò gravemente l’altare stesso. In quell’occasione, non fu nemmeno celebrato alcun rito di riparazione.

A rendere ancora più dolorosa quest’ultima offesa è il momento in cui è avvenuta: a ridosso del 13 ottobre, anniversario dell’ultima apparizione della Madonna di Fatima, e pochi giorni dopo la visita della statua pellegrina venuta dal Portogallo.

È come se, in una diabolica coincidenza, Satana avesse voluto sfidare la Vergine Immacolata, profanando proprio nei giorni in cui la Chiesa elevava le sue preghiere di amore e riparazione a Maria.

Non si tratta di un “atto vandalico”, né di una semplice “deviazione mentale”. È un deliberato gesto simbolico e satanico!

Come ricorda il Caeremoniale Episcoporum, «una chiesa è profanata quando in essa vengono commessi atti gravemente offensivi che scandalizzano i fedeli, e non è più lecito esercitarvi il culto fino a quando l’offesa non sia riparata con un rito penitenziale» (n. 1070).

Proprio per questo, il Santo Padre Leone XIV, profondamente addolorato e turbato, ha espresso la sua viva preoccupazione al cardinale Gambetti, chiedendo con fermezza che venisse celebrato senza indugio un rito penitenziale di riparazione, che si è svolto lunedì 13 ottobre, per “restituire la santità al luogo e chiedere perdono a Dio per l’offesa commessa”.

In questo tempo di offesa e dolore, ognuno di noi è chiamato a unirsi in spirito di riparazione.

Ecco perché ti invitiamo caldamente ad inviare la tua supplica al Cuore Immacolato di Maria, perché questo sacrilegio, compiuto proprio nei giorni dedicati alla Madonna di Fatima, sia riparato dalla preghiera e dalla fede dei figli di Dio.

Tutte le intenzioni saranno ricordate nella Santa Messa di riparazione che Pro Italia Cristiana farà celebrare sabato 18 ottobre, offerta in espiazione dell’oltraggio compiuto contro il Signore e contro la Sua Madre Santissima.

E poiché la battaglia per difendere la fede non si combatte solo con la preghiera ma anche con l’impegno concreto, ti invitiamo, se puoi, a sostenere con una donazione le nostre campagne di sensibilizzazione online in difesa della fede cristiana.

In un tempo in cui il silenzio e la disinformazione alimentano l’indifferenza, la tua offerta aiuta a diffondere la voce della fede e a risvegliare le coscienze addormentate.

A ricordare la «santità del luogo» a chi si apprestava a varcarne la soglia c’era – c’è – una frase ricorrente sui portali di tante antiche chiese: «Terribilis est locus iste»«Questo luogo è terribile».

Non nel senso comune di “spaventoso”, ma nel senso originario di maestoso, imponente, sacro.

Infatti, basta leggere il seguito della frase, tratta dalla Genesi (28,17), per coglierne il senso: «Questa è la casa di Dio, questa è la porta del cielo».

Un richiamo potente alla presenza divina che abita quel luogo, dove ogni gesto, ogni oltraggio, assume un peso infinitamente più grande.

Profanare quell’altare è come calpestare il volto stesso del Redentore. È un oltraggio che non può lasciarci indifferenti!

Purtroppo, in un’epoca in cui le basiliche vengono trattate come musei, e i turisti scattano foto davanti al mistero dell’Eucaristia con lo stesso disinteresse con cui visiterebbero un monumento, il senso del sacro sembra smarrito.

Ma Dio non si lascia deridere. E la fede del popolo cattolico, ferita ma viva, risponde con la preghiera, la penitenza e la riparazione.

Per questo, anche oggi, dobbiamo reagire non con la rassegnazione, ma con il coraggio dei santi, rinnovando la nostra fedeltà a Dio e alla Vergine Immacolata.

Che il Cuore Immacolato di Maria trionfi ancora, anche su questa nuova offesa, e trasformi la vergogna degli uomini in un atto d’amore verso Dio.

 

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