
Roma, capitale delle moschee abusive: sicurezza e regole ignorate!
Negli ultimi anni, in molte città italiane – e Roma ne è l’esempio più evidente – si sta assistendo a una proliferazione di luoghi di culto privi di autorizzazioni, spesso presentati come semplici “centri culturali”, ma che in realtà svolgono attività ben diverse.
Secondo i dati raccolti attraverso 17 accessi civici promossi da esponenti politici e istituzionali, quartieri come la Magliana, Torpignattara, l’Esquilino e Centocelle ospitano numerosi di questi centri irregolari, in totale assenza di trasparenza e controlli.
Il problema non è la fede, ma l’illegalità e l’opacità: niente permessi, zero controlli, fondi poco chiari e – in certi casi – predicazioni in lingue straniere fuori da ogni monitoraggio.
Silvia Sardone, vicepresidente della Lega, ha parlato apertamente di «un problema che non si può più ignorare», mentre Susanna Ceccardi ha sottolineato che «in Italia ci sono oltre 1.200 moschee abusive e solo 12 regolari. Serve controllo, censimento e predicazioni in italiano, per garantire uguaglianza e trasparenza».
Testimonianze come queste raccontano la realtà di interi quartieri lasciati senza controlli, dove i residenti chiedono ordine, sicurezza e regole uguali per tutti.
Ed è per questo che oggi, di fronte a un fenomeno che alcuni rappresentanti istituzionali definiscono «fuori controllo», diventa fondamentale l’azione dei cittadini.
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Fermiamo l’avanzata islamica e salviamo l’Italia!”, per chiedere con forza alle istituzioni una risposta concreta, fatta di regole chiare e controlli rigorosi. Fai sentire la tua voce!
Ma non basta firmare: per diffondere questa battaglia di civiltà in tutta Italia, abbiamo bisogno di ampliare la nostra campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook.
Ogni contributo è prezioso: fai ora la tua generosa donazione per aiutarci a informare, coinvolgere e mobilitare migliaia di cittadini in difesa della legalità e della sicurezza delle nostre comunità.
Numerosi esponenti politici hanno sottolineato come Roma sia la città con il maggior numero di centri islamici irregolari d’Italia.
La parlamentare europea Anna Maria Cisint ha denunciato apertamente che «la situazione in Italia è davvero molto preoccupante, perché la radicalizzazione ormai è una realtà. All’interno di alcune moschee, lo dicono i report dell’intelligence, si realizza predicazione all’odio e indottrinamento anche di minori».
Maurizio Politi, consigliere comunale, ha rincarato la dose: «L’apertura di questi luoghi significa consentire che nascano centri fuori da ogni controllo, senza sapere cosa viene predicato all’interno. È una questione di sicurezza e di rispetto delle leggi».
Infine, Mauro Marocchini, consigliere del V municipio, ha evidenziato lo squilibrio esistente: «In questo quadrante di Roma ci sono quattro chiese cattoliche e sette luoghi di culto musulmani. Troppi, e soprattutto senza alcun controllo o visione generale del problema».
Tutte queste voci, insieme a quelle dei cittadini, invocano un’unica cosa: rispetto delle leggi e regole uguali per tutti!
La libertà di culto non è in discussione, ma non può diventare il pretesto per ignorare le leggi, la sicurezza e la trasparenza.
Come ha ricordato un cittadino di Roma: «Non posso aprire un’officina o un negozio senza rispettare mille permessi. Perché allora alcuni possono aprire luoghi di culto senza alcun controllo? La legge deve valere per tutti».
Non possiamo più delegare! Ognuno di noi ha il potere di chiedere regole uguali per tutti, quartieri sicuri e amministrazioni che facciano il loro dovere.
Perché una città libera e sicura nasce solo quando la legge vale davvero per tutti.