Un pericoloso grimaldello contro la difesa dei nostri confini!

Un pericoloso grimaldello contro la difesa dei nostri confini!

Il recente pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione europea rischia di trasformarsi in un vero e proprio grimaldello normativo contro le nuove politiche sull’immigrazione e sui rimpatri. 

Una sentenza che, sotto il velo della tutela dei diritti fondamentali, mina alle basi l’intero impianto giuridico che l’Europa sta cercando di costruire per contrastare l’ingresso clandestino e garantire la sicurezza dei propri confini.

La sentenza: una porta aperta all’irregolarità

Secondo la Corte, un cittadino extracomunitario che attraversa illegalmente le frontiere con minori affidati non può essere perseguito per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. 

Una tesi che, se da un lato si richiama agli articoli 7 e 24 della Carta dei diritti fondamentali, dall’altro apre la porta a interpretazioni potenzialmente devastanti per la tenuta dell’ordine pubblico e per l’efficacia delle politiche di controllo migratorio.

Un caso emblematico che rischia di fare scuola

Il caso risale all’agosto 2019, quando una donna congolese arriva all’aeroporto di Bologna con la figlia e la nipote, entrambe con passaporti falsi. 

Fermata e arrestata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dichiara di essere fuggita da minacce dell’ex compagno e di essere affidataria legale delle due minori.

Il Tribunale di Bologna solleva un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’UE: è reato far entrare illegalmente minori affidati?

La Corte risponde che accompagnare minori affidati non costituisce reato, ma esercizio della responsabilità genitoriale, tutelata dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE. 

La sentenza crea però un precedente controverso e pericoloso: anche in caso di documenti falsi e ingresso illegale, se i minori sono affidati, non c’è reato. 

Una breccia che potrebbe essere sfruttata da reti criminali per aggirare le norme sull’immigrazione.

A rischio il piano europeo su rimpatri e sicurezza

Se l’ingresso illegale accompagnato da minori non può più essere sanzionato, quale deterrente rimane contro l’abuso sistematico del diritto d’asilo e dei ricongiungimenti fittizi? 

La sentenza indebolisce proprio quelle norme — già faticosamente costruite — che prevedono rimpatri più rapidi, accordi con Paesi terzi come l’Albania e il riconoscimento dei cosiddetti “Paesi sicuri”.

Come ha denunciato il capodelegazione FdI Carlo Fidanza, ci troviamo di fronte a un “colpo di mano ideologico” che non tiene conto della realtà sul campo: l’immigrazione irregolare spesso è gestita da reti criminali che usano anche minori come scudi umani. 

Normalizzare questo meccanismo significa premiare chi viola le regole a discapito di chi rispetta la legge!

L’Unione europea ha il dovere morale e legale di proteggere i più vulnerabili, ma ha anche il diritto — e il bisogno — di difendere le sue leggi, le sue frontiere e la sicurezza dei suoi cittadini. 

Fermiamo gli sbarchi, difendiamo i confini!

È tempo che l’Europa smetta di auto-sabotarsi con interpretazioni che favoriscono l’illegalità e riaffermi con fermezza il principio di sovranità e di responsabilità condivisa.

Le recenti norme sui rimpatri non bastano: sentenze come questa mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini e la tutela dei confini europei.

Per questo, è fondamentale unirsi e agire concretamente!

Ti invitiamo quindi, se non l’hai ancora fatto, a firmare subito la petizione “Fermiamo gli sbarchi”, promossa da Pro Italia Cristiana, per chiedere un fermo definitivo all’immigrazione clandestina.

Non permetteremo che un grimaldello giudiziario metta a rischio la nostra sovranità.

Ma il cambiamento non aspetta: è ora di agire, insieme, con tutta la nostra forza!

La nostra vasta campagna di sensibilizzazione su Facebook raggiunge milioni di italiani ogni settimana, ma ha assolutamente bisogno del TUO sostegno per continuare con ancora più forza e impatto. 

Ogni contributo è un passo concreto verso un’Europa ed un’Italia più sicura. Non restare a guardare. Scendi in campo con noi!

Non lasciamo che l’illegalità travolga le nostre leggi e le nostre frontiere.

 

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