Violenza e intimidazione: cristiani forzati a riconvertirsi in India!

Violenza e intimidazione: cristiani forzati a riconvertirsi in India!

La notizia è agghiacciante e rievoca epoche buie che pensavamo di avere dimenticato per sempre.

Eppure, questo orrore si sta consumando nell’India moderna, una nazione che si vanta di essere una delle potenze mondiali emergenti, ma dove i cristiani vivono in un incubo quotidiano, sospesi tra la brutalità dei fondamentalisti musulmani e la ferocia degli estremisti induisti.

L’ultima accusa, che il Vaticano osserva con un silenzio preoccupante, giunge da due piccoli villaggi sperduti nel distretto di Koraput, nell’Orissa, uno stato orientale dell’India.

È qui che, la scorsa domenica 4 agosto, centoventi cristiani sono stati strappati alla loro fede con una violenza inaudita e costretti a riconvertirsi all’induismo.

La cerimonia del “ghar wapsi”, letteralmente “ritorno a casa”, è stata il teatro di questa drammatica coercizione, un rituale che si è rivelato essere una crudele imposizione.

L’organizzazione internazionale ICC, che si batte per denunciare le persecuzioni contro i cristiani nel mondo, ha portato alla luce questa tragedia, ignorata dai grandi media internazionali, inclusi quelli cattolici, che dovrebbero essere invece i custodi della verità e della giustizia.

Questa cerimonia di riconversione è un rituale degradante che pretende di "purificare" coloro che, secondo i fondamentalisti, hanno tradito l’induismo per seguire Cristo.

La cosiddetta purificazione include atti che sfidano ogni dignità umana: gli uomini, come segno di sottomissione, sono costretti a radersi completamente la testa.

Ma l’umiliazione, purtroppo, non finisce qui.

In un gesto di inaudita crudeltà, i cristiani sono obbligati a bere una miscela disgustosa di sangue di pollo e sterco di vacca, un atto simbolico di sottomissione totale e di rinuncia alla loro fede.

Durante questo rituale, 83 uomini di 19 famiglie sono stati spinti con la forza a rinnegare Cristo e a tornare all’induismo. Anche le donne e le ragazze, incapaci di resistere alle pressioni insostenibili, sono state costrette a seguire la stessa sorte.

Per molte di queste persone, il cristianesimo non era solo una fede personale, ma l’eredità di quattro generazioni. Eppure, anche questa lunga tradizione è stata brutalmente cancellata.

Come possiamo restare impassibili davanti a queste atrocità?

E' urgente che nessuno ignori ciò che sta accadendo. Rompiamo questo muro di indifferenza e alziamo la nostra voce per difendere con forza i nostri fratelli cristiani!

Per questo il tuo sostegno è assolutamente indispensabile! Abbiamo bisogno di te per far crescere e diffondere ancora di più la nostra importante campagna di sensibilizzazione.

Dietro la facciata della cerimonia del ghar wapsi, che dovrebbe essere un rituale di ritorno alle origini, si cela una realtà di violenza e coercizione.

Uomini e donne, che per generazioni avevano vissuto nella fede cristiana, sono stati trascinati in un incubo di brutalità psicologica e fisica, costretti a rinunciare alla loro identità religiosa.

Ma la violenza fisica non è l’unico strumento di oppressione.

Le autorità locali e i nazionalisti indù hanno utilizzato la privazione dei beni di prima necessità come arma per spezzare la resistenza dei cristiani.

Le famiglie che si rifiutavano di abbandonare la propria fede sono state private di cibo essenziale come riso e lenticchie, che fino a quel momento ricevevano grazie a sovvenzioni statali. Come se non bastasse, gli è stato negato l’accesso all’acqua potabile, bloccando l’unico pozzo del villaggio.

L’alternativa era chiara: convertirsi o morire di fame e sete.

In un contesto così spietato, molti non hanno avuto altra scelta che piegarsi a questa crudele estorsione, rinnegando la propria fede per poter sopravvivere.

È urgente che tutti sappiano, che tutti siano informati di queste situazioni!

La tua generosità consente di dar voce a chi non ne ha, di proteggere tutti i cristiani perseguitati, di denunciare con forza le ingiustizie che sono costretti a subire.

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Uniamo le forze per sostenere tutti i cristiani perseguitati, perché la loro lotta per la libertà religiosa è anche la nostra!



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