Attenzione! L’islam sta colonizzando la Scuola in tutta Europa!

Attenzione! L’islam sta colonizzando la Scuola in tutta Europa!

Più ci penso e più ci pare assurdo.

Com’è possibile parlare di “colonizzazione” culturale nella Scuola italiana? Se c’è, sicuramente è quella islamica, non certo cristiana.

Lo dico con buona pace dell’assessore alle Politiche Educative di Reggio-Emilia, Marwa Mahmoud, e del centinaio di insegnanti, che le danno manforte.

A parlare sono i fatti. Secondo gli ultimi dati disponibili, diffusi dal Ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2022/23 gli studenti con cittadinanza non italiana sono stati ben 914.860.

Rispetto all’anno precedente, sono aumentati di 42.550 unità (+ 4,9%). Attualmente la percentuale complessiva di studenti stranieri rappresenta l’11,2% del totale degli iscritti.

Il loro divario rispetto ai coetanei italiani è enorme, sia per la scarsa conoscenza dell’italiano, sia per la resistenza ad una effettiva integrazione spesso opposta dalle loro famiglie.

Ma ciò che mi spaventa di più sono i trattamenti di favore riservati agli allievi musulmani, con concessioni non previste dalla legge e precluse a tutti gli altri.

Ti faccio qualche esempio. A Monfalcone, presso l’Istituto “Sandro Pertini”, a 5 studentesse musulmane è stato consentito di presentarsi in classe con niqab (velo e tunica integrali islamici).

Non solo. Durante le ore di educazione fisica sono state dispensate dalla corsa ed è stato loro concesso un abbigliamento meno “occidentale”, ritenuto non consono.

La scuola di Pioltello rimane chiusa per festeggiare il Ramadan, benché ciò non sia previsto da alcun calendario scolastico italiano.

Forse ti ricorderai anche dei bimbi iscritti alla scuola materna cattolica “Santa Maria delle Vittorie”, che nei mesi scorsi sono stati condotti presso la moschea di Susegana.

E ricorderai anche che fu loro detto di prostrarsi rivolti verso la Mecca e di pregare assieme all’imam. Sconcertante!

Ma c’è di più. Dallo scorso settembre nelle mense di tutte le scuole del primo ciclo, a Bologna, il menù prevede, a richiesta, carne halal ovvero conforme alla sharia, la legge islamica.

Nel centro di Brescia è stata aperta una scuola coranica per bambini. Presso la sede delle facoltà umanistiche nell’Università di Torino lo scorso maggio ha predicato l’imam Brahim Baya.

Presso l’Università “Magna Græcia” di Catanzaro è stato aperto uno spazio di culto per i musulmani. È la prima volta che accade in Italia.

Tutto questo avviene mentre si contesta la presenza del crocifisso nelle aule e del presepe a Natale e si proibisce ai sacerdoti cattolici di entrare nelle aule per la benedizione pasquale.

Incredibile, vero? Mi pare proprio che la Scuola italiana sia “laica” a singhiozzo. È ora di dire “basta”, non trovi?

Oggi possiamo farlo in due modi, entrambi efficaci. Il primo è quello di sottoscrivere la petizione «Basta islamizzazione a scuola!», promossa da Pro Italia Cristiana.

È indirizzata al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, affinché assuma provvedimenti per fermare questa pericolosa tendenza all’islamizzazione ed a tutela della nostra identità nazionale.

Il secondo modo consiste nell’aiutarmi a sostenere questa petizione con una vasta campagna di sensibilizzazione tramite i social, che permettono di raggiungere tanti in poco tempo.

Quest’operazione ha però un costo, di cui da solo non riesco a farmi carico. Per questo ti chiedo di darmi una mano!

Questa islamizzazione della Scuola non avviene solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa. Fa - ahimé - parte di quel processo di “sostituzione etnica”, religiosa e culturale in atto da tempo.

Il che rende ancora più urgente assumere provvedimenti. Vuoi un esempio? Nelle scuole di Amburgo, in Germania è l’islam a dettare le regole.

Come? Pretendendo che vengano organizzati corsi di religione musulmana e che le festività islamiche vengano incluse nei calendari scolastici.

Ma non basta. Si sono verificati anche tentativi di conversione forzata, pressioni e molestie sistematiche, ripetuti incidenti. Si è instaurata una sorta di «califfato della paura»!

Nel mirino finiscono le ragazze musulmane che non indossano il velo e gli alunni che non digiunano per il Ramadan.

Gli studenti islamici si rifiutano di partecipare alle lezioni di musica, perché per loro sono “haram” ovvero “impure”.

Di fronte ai fenomeni di bullismo, tanti, troppi insegnanti si rifiutano ormai di intervenire e fanno finta di nulla, per non esser tacciati di “razzismo”.

Agli incontri tra genitori e docenti, viene vietato di parlare alle donne, musulmane e non, a meno che non lo consentano loro gli uomini.

Tutto questo è stato scritto, nero su bianco, dal quotidiano Hamburger Abendblatt e dall’agenzia francese «Avenir de la Culture».

Finora, come riferito dall’agenzia spagnola «InfoCatólica», si era cercato di minimizzare il problema, in alcuni casi si è giunti ad una sorta di “complicità” da parte dei responsabili scolastici.

Ma è possibile fare scuola a questo modo? La questione ora è giunta persino in Senato e al Parlamento regionale.

Il gruppo della CDU ha presentato una mozione per denunciare questi sviluppi definiti «preoccupanti» ed «estremamente pericolosi».

Io trovo che tutto questo sia assurdo! Non c’è un attimo da perdere, occorre fermare questa deriva islamizzante!

Ciò che serve davvero in Europa è recuperare le nostre radici cristiane, la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia e la nostra fede.

Fermiamo tutti insieme l’avanzata dell’islam in casa nostra!

 

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