C’è la Rivoluzione dietro l’eco-attivismo
Notiamo una cosa: c’è sempre meno interesse attorno alle questioni climatiche. Vi hai fatto caso anche tu?
Non che vi siano meno Cassandre pronte ad annunciare catastrofi imminenti con grafici apocalittici e previsioni funeste, tutt’altro.
Eppure persino Greta Thunberg ha cambiato “Gaia” con Gaza. La causa ecologica ha perso davvero il proprio smalto e l’attenzione dei grandi media.
Gli eco-attivisti stanno giocando sempre più in difesa ed ai loro raduni la partecipazione risulta nettamente in calo, soprattutto tra i giovani, che sono sempre meno.
Un think tank progressista americano, il Searchlight Institute, in un recente studio sostiene che la prima regola per risolvere il cambiamento climatico consista nel non parlarne. Significativo, vero?
Persino gli eco-attivisti di Sunrise Movement evitano ormai di far riferimento al clima col pretesto che sia più urgente occuparsi di democrazia, secondo loro minacciata.
Gli obiettivi si sono fatti più confusi rispetto al passato e gli slogan hanno perso identità, sfumando tra temi ambientali e generiche rivendicazioni di Sinistra come «No Kings» o «Epstein».
Keanu Arepl-Josiah, promotore di «Climate Week», ha dichiarato che la lotta per la giustizia climatica è la stessa a favore di immigrazione, Lgbt, Gaza e Terzo Mondo.
Alla fine è sempre più evidente come si tratti di battaglie monopolizzate dalla Sinistra con un solo, vero fine: portare avanti la Rivoluzione in campo politico e morale.
Noi a questo gioco non ci stiamo! Crediamo che sia giunto il momento di levare la nostra voce e di opporci con forza a tale devastante progetto.
Cancelliamo il «Green Deal»! Non possiamo restarcene zitti ed aspettare che il mondo ci caschi addosso, non trovi? Ti proponiamo due mezzi efficaci, per rendere più forte la nostra protesta.
Il primo consiste nel sottoscrivere, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Fermiamo la follia “green”!», promossa da Pro Italia Cristiana.
Chiede al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, di dichiarare in tutte le sedi istituzionali la ferma opposizione dell’Italia all’ideologia climatista.
Per dare più forza alla petizione intendiamo poi lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione tramite i social, per riuscire col tuo aiuto ad arrivare a tanti in poco tempo.
È molto importante, perché i frutti del nostro impegno si cominciano a vedere nell’Unione europea, dove recentemente i ministri dell’Ambiente hanno trovato un’importante intesa.
Lo avrai letto sui giornali… Resta sulla carta l’obiettivo di zero emissioni nette al 2050, ma con più flessibilità e con una serie nutrita di compromessi, fino a poco tempo fa impensabili.
Si lavora, insomma, in modo meno ideologico e più pragmatico, senza ansie e senza esasperazioni.
Ne emerge l’idea che il clima possa aspettare e che la Terra, tutto sommato, non debba più esser salvata entro domani.
Le eco-pretese si sono di molto ammorbidite con sollievo di tutti, perché la follia “green” avrebbe affossato l’economia e comportato costi insostenibili per imprese e cittadini.
In questo processo c’è da dire che il governo italiano ha giocato un ruolo di primo piano. Non a caso il capodelegazione di Fratelli d’Italia all’Europarlamento, Carlo Fidanza, ha dichiarato:
«Esiste un’alternativa politica credibile al fanatismo verde ed alla deindustrializzazione dell’Europa».
Occorre ora rimettere però in discussione l’intero «Green Deal», per completare la nostra azione tesa ad evitare che il disastro economico ci sovrastasse e che la Rivoluzione vincesse.
Basta «eco-follie»!