
Dopo Treviso, Crema e Sesto: la mappa della resa all'Islam nelle nostre scuole
Mentre ci distraggono con parole come “integrazione” e “dialogo interreligioso”, nelle scuole italiane si insinua un progetto silenzioso ma sistematico: l’islamizzazione dell’educazione pubblica.
Non è allarmismo, è realtà!
Mentre si chiede alle scuole di nascondere crocifissi, eliminare presepi, cancellare i canti di Natale per non “urtare la sensibilità altrui”, si moltiplicano le iniziative volte a normalizzare l’introduzione dell’islam nelle classi, spesso sotto la maschera della "conoscenza interculturale".
Tutto accade sotto i nostri occhi, con l’approvazione tacita di chi dovrebbe difendere la nostra cultura.
Tre esempi che non si possono ignorare:
🔴 Il caso di Treviso: come abbiamo già avuto modo di raccontarti, il 30 aprile 2025, a Ponte della Priula, i piccoli di un asilo cattolico parrocchiale sono stati portati nella moschea del centro islamico Emanet, inginocchiati verso la Mecca e fotografati mentre pregano accanto all’imam.
L'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha avviato accertamenti per verificare il rispetto delle norme sulla parità scolastica e l'adeguatezza dell'attività rispetto al progetto educativo dell'istituto.
Un’immagine che fa riflettere su cosa stia accadendo davvero dietro le porte delle nostre scuole.
🔴 Il caso di Crema: nella primavera del 2025, presso una scuola elementare di Crema, è stata organizzata una lezione sull'Islam tenuta dal responsabile del Centro Culturale Islamico locale.
Nessun docente qualificato, nessun controllo, nessuna reciprocità! Solo la pretesa che i nostri figli debbano “capire” e “accogliere”, mentre i simboli della nostra identità cristiana vengono censurati.
L’europarlamentare Isabella Tovaglieri ha denunciato con fermezza: “A Crema, gli alunni di quinta elementare hanno partecipato a una lezione sull’Islam tenuta non da un docente, ma dal responsabile del Centro culturale islamico cremasco. È inaccettabile.”
Il consigliere comunale Andrea Bergamaschini ha poi rincarato la dose: “Un episodio gravissimo. Chiediamo chiarezza immediata: chi ha autorizzato questa lezione? Con quali controlli? La scuola deve educare, non indottrinare.”
🔴 Il caso di Sesto San Giovanni: un video pubblicato su TikTok ha mostrato alunni delle scuole primarie Luini e Frank durante una visita al Centro Culturale Islamico locale, mentre ascoltavano una lezione sull'Islam tenuta da un imam.
L'iniziativa, parte di un progetto di educazione interculturale, ha generato dibattito pubblico.
Il sindaco Roberto Di Stefano e l’eurodeputata Silvia Sardone (Lega) si sono detti sconcertati: “Ci troviamo di fronte a una deriva incomprensibile. Nessuno contesta la conoscenza delle altre culture, ma questo ha assunto i contorni dell’indottrinamento. Basta usare le scuole come laboratori di islamismo.”
La Sardone ha denunciato anche i legami controversi del centro islamico coinvolto: “In quella moschea si sono tenuti eventi sulla sharia con relatori radicali. L’imam è stato tesoriere di un’associazione che invitò in Italia Tareq Al Suwaidan, noto predicatore d’odio. E questo è il luogo dove portiamo i nostri bambini?”
Questi non sono episodi isolati, sono solo la punta dell’iceberg!
Le scuole che chiudono per il Ramadan a Pioltello, le circolari che impongono regole legate alla religione islamica a Soresina, i corsi sul velo ad Abbiategrasso… tutto porta nella stessa direzione:
Una normalizzazione silenziosa di pratiche, simboli e visioni che spesso sono in contrasto con le nostre leggi, la nostra cultura e i nostri valori.
Come ricordano gli esponenti della Lega: “Le comunità islamiche non hanno mai firmato un’intesa con lo Stato. Non ci sono regole, non c’è reciprocità. E su diritti delle donne, poligamia, libertà religiosa, l’Islam in molte sue espressioni è incompatibile con la nostra Costituzione.”
Oggi una lezione. Domani la rinuncia ai nostri simboli. Dopodomani? La resa culturale.
E allora la domanda non è più “se” reagire, ma quanto siamo ancora disposti ad aspettare. È il momento di dire basta! E lo possiamo fare concretamente.
Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Basta Islamizzazione a scuola!” promossa da Pro Italia Cristiana, per dire NO a questa deriva e SÌ a un modello educativo che rispetti le nostre radici, la nostra Costituzione e il diritto dei genitori a sapere cosa viene insegnato ai propri figli.
I grandi media? Tacciono, manipolano o peggio: confezionano questa resa all’islam come se fosse inevitabile, già scritta. Una condanna a cui rassegnarsi.
Ma noi non ci stiamo. Noi alziamo la voce!
Per questo, vogliamo potenziare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online tramite Facebook, per aprire gli occhi a migliaia di italiani, scuotere le coscienze e rompere il silenzio.
Ma per farlo, per portare questa battaglia ovunque, abbiamo bisogno di te. Ora! Anche una piccola donazione può fare la differenza.
Non permetteremo che la scuola diventi uno strumento di propaganda religiosa. È ora di dire, tutti insieme, un fermo e deciso: BASTA!