
Ora l’islamizzazione passa anche attraverso una scuola parrocchiale!
Che un’islamizzazione progressiva sia purtroppo in atto nel nostro Paese è un dato di fatto. Ma cercarsela è davvero incomprensibile.
A fine aprile le maestre della scuola materna parrocchiale “Santa Maria delle Vittorie” di Ponte della Priula hanno condotto i propri alunni nel vicino centro islamico di Susegana.
La foto che ritrae questi bimbi inginocchiati ed orientati verso la Mecca, pregando con l’imam, è immediatamente diventata virale. E, francamente, è umiliante.
In quell’immagine vengono calpestate la nostra identità, la nostra fede, la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni,… in una parola, tutto!
Il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Alberto Villanova, ha detto che gli si è «gelato il sangue nelle vene».
Sui social la scuola ha scritto che l’imam ha spiegato ai piccoli cosa sia l’islam e su quali cardini si poggi. Non conoscono quasi le basi del Cristianesimo e si propone loro già il Corano!
Assurdo! «Qui non si parla di educazione, ma di fondamentalismo bello e buono», ha commentato giustamente Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega.
Che ha aggiunto: «Chissà se hanno avuto il coraggio di chiedere perché le donne debbano portare il velo integrale o sposarsi in tenera età».
Ma come? Vogliono togliere crocifissi e ora di religione dalle aule per poi indottrinarci all’islam? È inconcepibile!
Dobbiamo reagire tutti insieme di fronte a questi soprusi! Per questo ti proponiamo due strumenti, entrambi validi ed efficaci.
Il primo intende fermare la resa incondizionata al Corano. Per questo ti chiediamo di firmare, se non lo hai già fatto, la petizione «Basta islamizzazione a scuola!», promossa da Pro Italia Cristiana.
È indirizzata al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, affinché intervenga con fermezza in tutte le sedi per bloccare immediatamente tale pericolosa deriva.
Il secondo modo è quello di informare. È fondamentale, poiché generalmente i media o tacciono queste notizie oppure le relegano a margine di pagina, ritenendole di poco conto. E sbagliano!
Intendiamo pertanto lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione tramite i social, che rappresentano il mezzo più veloce, sicuro ed efficace per dire subito tutto a tanti.
Quest’operazione ha però un costo, di cui da soli non riusciamo a farcene carico. Perciò abbiamo bisogno del tuo aiuto!
Quanto accaduto è di una gravità estrema. Il filosofo cattolico Stefano Fontana, sul giornale online La Nuova Bussola Quotidiana, non ha usato giri di parole per condannare il tutto:
«È una forma di violenza imporre a questi bambini di recitare la parte di un’altra religione – ha detto – senza nemmeno aspettare ch’essi siano minimamente strutturati nella propria».
È vero. Ciò, oltre a creare in loro confusione mentale e spirituale, li espone in età fragilissima ad un indifferentismo religioso, che pone sullo stesso piano Gesù Cristo e Allah, chiesa e moschea.
Una scuola non è cattolica solo perché ha stampato tale qualifica sulla targa. Giovanni Paolo II, parlando ai genitori, agli studenti ed ai docenti delle scuole cattoliche, disse il 23 novembre 1991:
«Tratto costitutivo irrinunciabile della scuola cattolica è il suo riferimento esplicito, ricercato ed attuato a Cristo Maestro, così come viene proposto dalla Chiesa». E non dall’imam.
Spiace piuttosto che la Diocesi di Vittorio Veneto, abdicando al proprio ruolo docente, sia stata zitta di fronte della visita in moschea organizzata da una sua scuola materna parrocchiale.
Ci saremmo aspettati più buon senso, più lungimiranza, più discernimento. Facciamolo noi, allora, con coraggio!
La Verità è Cristo, non Allah!