Foibe: non c’è vero ricordo, se prima non si toglie la medaglia al tiranno comunista Tito!

Foibe: non c’è vero ricordo, se prima non si toglie la medaglia al tiranno comunista Tito!

Sai, stavamo ripensando alla Giornata del Ricordo, celebrata lo scorso 10 febbraio in Italia per commemorare le vittime delle foibe e le tragedie legate all’esodo giuliano-dalmata.

Ci stavamo ripensando perché qualcosa non ci quadra ancora, i conti non tornano. Tu che ne pensi?

Incoraggiante il discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sottolineato con forza l’importanza di non dimenticare quelle atrocità.

Il capo dello Stato ha ricordato la violenza sistematica e spietata condotta contro gli Italiani del confine orientale dal regime comunista instaurato da Josip Broz Tito.

Ha ricordato come la violenza e le stragi avvenute nelle foibe, dove vennero gettati vivi molti connazionali, rappresentino una delle pagine più oscure di quel periodo.

Anche il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito come il ricordo rappresenti un dovere di verità e giustizia e come l’Italia non possa più ignorare o minimizzare quegli avvenimenti.

Sono discorsi assolutamente condivisibili. Però… Manca qualcosa, non trovi?

Se tutto questo è vero, perché non tradurre le parole in fatti? Ti spieghiamo meglio.

L’Italia non ha mai ritirato il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito al dittatore comunista Tito.

È, questa, la massima onorificenza assegnata dal nostro Paese. Perché non togliergliela ora?

Fu lui il responsabile dello sterminio, nelle foibe, di migliaia di uomini e donne “colpevoli” solo di essere Italiani.

Le uccisioni di nostri connazionali, nel periodo compreso tra il 1943 ed il 1947, furono almeno 20 mila; gli esuli Italiani costretti a lasciare le loro case furono almeno 300 mila.

Mantenere quell’onorificenza a Tito rappresenta un fatto gravissimo, un incomprensibile ed ingiustificabile spregio verso tante, troppe vittime troppo a lungo dimenticate.

Togliere quell’onorificenza, che grida vendetta dinanzi alla Storia e agli Italiani, non è forse un passo verso quella riconciliazione e pacificazione nazionale, auspicate dal Presidente Mattarella?

Vedi, è importante, perché alcune città italiane, ancora oggi, hanno vie o piazze intitolate a Tito.

Come sarebbe impensabile averne di dedicate ad Adolf Hitler od a Josef Mengele, così è altrettanto inconcepibile che vengano dedicate al responsabile di disumane atrocità come fu Tito!

Noi possiamo fare la differenza in due modi, altrettanto efficaci. Il primo: sottoscrivendo, se non lo hai ancora fatto, la petizione promossa da Pro Italia Cristiana, «Via la medaglia a Tito!». 

È ancora aperta e si rivolge a tutti i deputati italiani, affinché, quando verranno chiamati a votare la revoca dell’ingiusto riconoscimento a Tito, lo facciano senza timori e senza esitazioni.

Il secondo modo consiste nel promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione, per informare la gente. Molti non sanno di quest’onorificenza ancora assegnata all’ex-dittatore comunista.

Aiutaci a diffondere la notizia tramite i social e ad incontrare così tanti, nuovi amici, che con noi vogliano dire “basta” a quest’autentica ingiustizia, a questo vero scandalo!

Farlo ha un costo, di cui da soli non riusciamo a farcene carico. Se ci dai una mano, però, possiamo riuscirci!

Contiamo su di te! Perché non basta commemorare le vittime; affinché il cordoglio sia vero fino in fondo, occorre anche condannare i carnefici!

Non è possibile, ancora oggi, continuare a render omaggio a chi ha commesso crimini tanto gravi e disumani contro l’Italia e contro gli Italiani!

Firmando la petizione promossa da Pro Italia Cristiana diciamo anche noi, nome e cognome, che non vogliamo essere associati a chi, sotto la bandiera del comunismo, ha voluto le foibe.

Non vogliamo essere associati a chi ha ammazzato, torturato e perseguitato decine e decine di migliaia di Italiani!

Lo dobbiamo all’Italia! Lo dobbiamo alla Patria ed alla sua storia! Lo dobbiamo al Tricolore!

 

Attribuzione Immagine: Government of Serbia (Office of the Vice President), Wikimedia Commons
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