
Greengate: Timmermans, ancora lui…
Dell’olandese Frans Timmermans in Italia non avremmo mai sentito parlare, se non fosse stato l’anima del “Greengate”, quand’era commissario europeo per il Green Deal, tra il 2014 ed il 2023.
Pensavamo che, scoppiato il caso, su di lui si spegnessero i riflettori. Invece no, il settimanale Welt am Sonntag ha dimostrato, documenti alla mano, che v’è ancora molto da dire.
Il giornale tedesco, infatti, ha avuto accesso ai contratti, finora tenuti segreti, che la Commissione europea ha stipulato con le Ong attiviste per il clima sotto l’occhio vigile di Timmermans.
Il quale nega ora qualsiasi coinvolgimento, ma le carte sono lì che parlano. Anzi, più i sussidi forniti alle lobby vengono alla luce del sole, più le sue smentite appaiono poco plausibili.
La cifra totale erogata è mozzafiato: 15 milioni di euro sono finiti in fumo o - per meglio dire – sono stati utilizzati per attività di lobby a favore del climate change.
In una parola sono serviti per fare propaganda politica nel mondo ambientalista, sui media e tra gli insegnanti nelle scuole.
Nel mirino sono finite, ad esempio, le centrali a carbone tedesche, una delle quali ha chiuso temporaneamente: in questo modo l’Ue ha contribuito alla deindustrializzazione della Germania.
Ma quei soldi – che, va ricordato, erano tutti soldi nostri, provenienti da finanziamenti pubblici - sono serviti anche per dichiarare guerra al consumo di carne ed al cosiddetto “spreco” di rifiuti.
Il Parlamento europeo è stato scavalcato ed anche i comuni cittadini non hanno avuto alcuna voce in capitolo.
Secondo l’agenzia Cultuur onder Vuur, Timmermans non sarebbe un politico indipendente, ma sarebbe mosso dalla speranza di coordinare un giorno la rete di Ong, da lui sovvenzionata.
Come è stato per la sua collega di partito, Lilianne Ploumen, che, da ministro, ha elargito fondi a pioggia alle Ong pro-aborto e pro-Lgbt, presso le quali poi, a termine mandato, ha fatto consulenza.
Come possiamo continuare a tollerare questi squallidi giochetti sottobanco, portati avanti dai soliti “furbi”?
Come possiamo accettare che i nostri soldi vengano usati per promuovere una propaganda “green” costruita sul nulla? Noi oggi possiamo rispondervi almeno in due modi, entrambi concreti.
Il primo è quello di firmare, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Fermiamo la follia “green”!», promossa da Pro Italia Cristiana.
È indirizzata al ministro dell’Ambiente italiano, Gilberto Pichetto Fratin, affinché intervenga nelle sedi nazionali ed estere per dichiarare la ferma opposizione dell’Italia all’ideologia climatista.
Il secondo modo consiste nel diffondere il più possibile queste notizie, che sono sconosciute alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, complice l’omertà della grande stampa in materia.
Per questo vogliamo incrementare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione, che informi, supplendo al silenzio dei media, e che ci consenta di trovare nuovi amici pronti ad unirsi a noi!
Intendiamo servirci dei social, perché rappresentano il mezzo più veloce e sicuro per raggiungere tanti in poco tempo.
Tale operazione ha però un costo che, da soli, non riusciremmo a sostenere. Per questo abbiamo bisogno del tuo aiuto!
Che sia urgente è l’Europa stessa a dirlo: si è da pochi giorni costituito un gruppo di lavoro all’interno della Commissione per il controllo dei bilanci dell’Europarlamento.
Tale gruppo di lavoro ha un obiettivo preciso: fare luce sul “Greengate” e chiarirne i lati oscuri, come ha dichiarato l’eurodeputato Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia.
Non si tratta di una commissione d’inchiesta, osteggiata ferocemente dalle Sinistre, ma è comunque già un primo strumento utile per cercare di vederci chiaro.
La pensa così anche Carlo Fidanza, un altro europarlamentare di Fratelli d’Italia, che ha invitato il neo-costituito gruppo di lavoro a controllare eventuali interferenze, «contratto per contratto».
Entro sei mesi si punta a redigere una relazione finale, con cui «evidenziare tutte le magagne e proporre modifiche regolamentari, affinché ciò non accada più», come ha detto Fidanza.
Che si ripropone anche di «restituire un po’ di verità ai cittadini che hanno il diritto di sapere come vengano spesi i soldi pubblici».
Tutto questo, consenticelo, è anche un po’ merito nostro, è merito tuo… Da tempo abbiamo levato le nostre voci critiche contro questo andazzo. Lo dimostrano articoli come questo.
È evidente come le nostre proteste non siano finite nel nulla. Qualcuno, nell’Europarlamento, le ha ascoltate. Ed ha agito di conseguenza.
Liberiamo l’Europarlamento dalle ideologie!