Mostra blasfema, clima intimidatorio. Ma la protesta non si ferma!

Mostra blasfema, clima intimidatorio. Ma la protesta non si ferma!

Di nuovo a Carpi.

Sabato 6 aprile abbiamo partecipato anche noi alla recita del S. Rosario di riparazione, organizzato davanti alla chiesa di S. Ignazio, che ancora accoglie la mostra blasfema «Gratia plena».

Eravamo tantissimi, un centinaio, tutti «perseveranti nella preghiera», come ci chiede S. Paolo (Rm 12, 12). Molte le famiglie presenti, molte anche le mamme col passeggino.

Questa è l’Italia migliore. L’Italia cattolica, che non ne può più di iniziative oscene e sacrileghe, oltre tutto avallate dalla Curia!

Curia, che sappiamo aver richiamato i propri sacerdoti dichiaratisi contrari alla mostra e favorevoli alla recita del S. Rosario. Addirittura sarebbero stati oggetto di un attacco da parte del Vescovo nel corso della riunione diocesana della Pastorale.

Tutto questo è semplicemente sconcertante.

Ma non è tutto. L’autore delle opere, al Rosario, non c’era. Era presente però il curatore della mostra, comportatosi in modo molto duro e scontroso con i fedeli presenti.

Ha videoregistrato con una telecamera i volti di tutti i partecipanti. Una sorta di “schedatura”? Un’intimidazione? Solo il sangue freddo degli organizzatori ha evitato conseguenze sgradevoli.

Era presente anche un cospicuo dispiegamento di forze dell’ordine, come se si temesse una manifestazione "sovversiva”.

Recitare il S. Rosario è oggi un atto “sovversivo”? Davvero? E la presenza dei tutori dell’ordine, peraltro molto discreti, cosa vuol essere? Una nuova forma di pressione psicologica?

Bruciano le parole pronunciate dal Vicario generale della Diocesi, mons. Ermenegildo Manicardi, a proposito dei Rosari e pubblicate da La Nuova Bussola quotidiana: «Per quanto riguarda questi incontri devoti, come non rilevare l’uso strumentale e il suo carattere non certo evangelico? Chi potrebbe immaginare che salga davvero al cielo una preghiera organizzata per fare pressione, costringere altri – ed anche i legittimi ministri della Chiesa – ad accodarsi alle proprie idee?».

«Uso strumentale» della preghiera «organizzata per far pressione»? «Carattere certo non evangelico»? Solo Dio può leggere nei cuori delle persone e Dio non fa sommari processi alle intenzioni.

Ma come? La Chiesa si presta all’azione di “artisti” blasfemi ed offende i fedeli in preghiera?

Impossibile non reagire! Non solo è stata ferita due volte la nostra sensibilità religiosa, ma lo è stato anche Nostro Signore, vilipeso e deriso.

Ebbene, nessuno di noi, a Carpi, si è lasciato scoraggiare. Dopo il S. Rosario, abbiamo recitato le litanie, l’atto di riparazione al Sacro Cuore e cantato il Regina Cœli. In modo composto, raccolto e profondo.

Noi vogliamo dare forza e voce all’Italia che ancora si indigna di fronte a chi oltraggia Nostro Signore, che ancora prega in riparazione dell’offesa inflittaGli, quell’Italia insomma che non si arrende. Per questo chiedo anche a te di aderire alla petizione di Pro Italia Cristiana.

I promotori dell’iniziativa sono tutti fedeli di Carpi-Modena, brava gente, che non fa riferimento a sigle particolari, ma che si unisce in preghiera col solo desiderio di riparare all’oltraggio inflitto a Gesù Cristo ed a Sua Madre con questa mostra.

Per questo i Rosari continueranno.

Ma anche noi possiamo aiutarli, aderendo alla petizione lanciata da Pro Italia Cristiana contro quest’iniziativa blasfema. Petizione, che invieremo direttamente al vescovo di Carpi, mons. Castellucci.

Diciamo “basta” a simili provocazioni sacrileghe e gratuite!

Già in un’intervista rilasciata all’emittente TVQui Modena, il Vicario generale, mons. Manicardi, aveva ammesso ch’era stata «sottovalutata l’irritabilità di alcuni ambienti non capaci di percepire questo dialogo con l’arte contemporanea».

No, non è “irritabilità”! È dolore, il dolore di chi si vede calpestare ciò che ha di più caro ovvero la propria fede.

E questo non è dialogo, né arte! Questi sacrilegi sono oltraggi, che infliggono solo nuove ferite a Gesù Cristo.

Mons. Manicardi è stato sin troppo accondiscendente con i promotori della mostra, ammettendo semplici «imprudenze» senza «nessuna cattiva intenzione».

Blando con gli artefici di un evento blasfemo e duro con chi preghi per l’offesa ricevuta. Sconcertante!

Le tele eran lì da vedere, inequivocabili. Come si poteva immaginare che non urtassero la sensibilità dei fedeli?

Allora è urgente che il messaggio arrivi forte e chiaro, affinché i responsabili diocesani della mostra blasfema aprano i loro occhi! E soprattutto affinché non si ripetano più fatti simili…

Non possiamo restare in silenzio davanti a tutto questo!

Aiutaci, in modo semplice e prezioso, a far sentire forte la nostra voce: basta un click per aderire alla petizione di Pro Italia Cristiana!

Pensa che il Vicario generale, prima ancora che la mostra aprisse, era già stato avvertito che i suoi contenuti sarebbero stati sacrilegi. Ma la Diocesi ha preferito non tenerne comunque conto.

Incredibile! Ecco perché è importante che anche tu, con noi, aderisca alla petizione di Pro Italia Cristiana. E la diffonda tra i tuoi contatti, affinché anche altri la possano firmare!

Più saremo e più potremo dare peso alla nostra protesta! Non facciamoci prendere in giro!


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