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Orrore a Monaco di Baviera: l’attacco che scuote la Germania!
Monaco di Baviera si è svegliata in un incubo.
Un’auto si è lanciata contro la folla durante una manifestazione sindacale, trasformando una pacifica protesta in una scena di terrore. Il bilancio è drammatico: almeno 28 feriti, tra cui bambini, uno dei quali – di appena due anni – lotta tra la vita e la morte.
Un attacco che colpisce il cuore della società tedesca e solleva inquietanti interrogativi sulla sicurezza e sulla politica migratoria.
L’attentatore: un richiedente asilo già noto alle autorità
A guidare quell’auto non era un folle qualsiasi. Il responsabile è un afghano di 24 anni, arrivato in Germania nel 2016 dopo essere stato identificato e fotosegnalato in Italia.
Nonostante la sua richiesta di asilo fosse stata respinta, ha continuato a vivere in Germania grazie a un “permesso di tolleranza”, una misura che ora molti ritengono una falla pericolosa nel sistema.
Non solo: il giovane era già noto alle forze dell’ordine per furti e spaccio di droga, e poco prima dell’attacco avrebbe pubblicato sui social contenuti islamisti.
Come è stato possibile che un individuo con questi precedenti fosse ancora libero di circolare?
La rabbia e l’indignazione della politica
L’attacco ha scatenato una tempesta politica.
Il primo ministro bavarese Markus Söder ha parlato di un “atto presumibilmente terroristico” e ha chiesto un cambio di rotta. Il cancelliere Olaf Scholz ha promesso che il colpevole sarà punito e deportato, mentre la candidata dell’AfD Alice Weidel ha tuonato sui social: “Dovrebbe continuare così? Serve una svolta migratoria adesso!”.
In una Germania già scossa da tensioni e polemiche sulla gestione dei flussi migratori, questo episodio rischia di diventare un punto di svolta. La popolazione è stanca, preoccupata e chiede risposte. Quanti altri attentati saranno necessari prima che le istituzioni prendano provvedimenti concreti?
Mentre le indagini proseguono, la sensazione di insicurezza cresce. La Germania si prepara alle elezioni anticipate in un clima di paura e incertezza.
Quante altre vite innocenti dovranno essere spezzate prima che si dica finalmente "basta"?