Terrorismo jihadista, la nuova minaccia corre nei flussi finanziari italiani

Terrorismo jihadista, la nuova minaccia corre nei flussi finanziari italiani

Non possiamo più fingere di non vedere.

In Italia, nel 2024, sono state registrate 340 segnalazioni di sospetto finanziamento del terrorismo, con un aumento del 14,5% rispetto all’anno precedente.

Non si tratta di numeri isolati: dietro queste operazioni si nasconde un sistema ben organizzato, che sfrutta charity, e-wallet, criptovalute e associazioni camuffate da centri culturali o da iniziative di dialogo interreligioso.

I soldi partono da donazioni simulate, si disperdono in microtransazioni e finiscono a sostenere la violenza in Medio Oriente.

Solo lo scorso anno, la Banca d’Italia ha bloccato 63 milioni di euro e avviato 188 procedimenti per congelare fondi a rischio, segno di un fenomeno ampio e ramificato.

Ma la minaccia non è soltanto economica. È culturale, sociale, politica!

L’islam radicale ha capito che la “conquista” dell’Occidente non passa più soltanto attraverso le bombe, ma attraverso la penetrazione lenta e silenziosa delle nostre istituzioni, scuole, Ong e università.

Manuali, prediche e testi fondamentalisti circolano ormai liberamente in Europa, con l’obiettivo dichiarato di trasformare il nostro continente in un terreno compatibile con la legge islamica.

Ed è proprio per questo che diventa urgente un’azione chiara e coraggiosa da parte dei cittadini.

Ti invitiamo quindi, se non l’hai ancora fatto, a firmare la petizione “Basta con la sottomissione all’Islam!”, promossa da Pro Italia Cristiana.

Ogni firma è una voce che si unisce a un coro più grande, capace di scuotere le istituzioni e far capire che il popolo italiano non intende abbassare la testa.

Ma la tua firma non basta: per diffondere questo messaggio e farlo arrivare a milioni di persone, abbiamo bisogno anche del tuo sostegno economico!

Grazie al tuo contributo, possiamo amplificare la nostra campagna di sensibilizzazione tramite Facebook, raggiungere nuovi cittadini, smascherare le menzogne del radicalismo e offrire strumenti concreti per difendere l’Italia e l’Europa.

Nelle nostre città assistiamo a una dinamica preoccupante: non è più l’ospite ad adattarsi alla casa che lo accoglie, ma la casa a piegarsi alle richieste dell’ospite.

Così, in nome di una falsa tolleranza, si arriva a cancellare simboli cristiani, modificare programmi scolastici e imporre menù “islamizzati” nelle mense pubbliche.

Intanto proliferano moschee abusive e centri culturali fittizi, spesso in totale assenza di controlli, dove si predica in arabo a porte chiuse, fuori da ogni trasparenza.

Le forze dell’ordine hanno già scoperto casi gravi: a Milano, Brescia, Perugia e Roma sono stati smantellati centri di preghiera clandestini legati a predicatori radicali e propaganda jihadista.

Questi episodi mostrano con chiarezza come esista una rete sotterranea che sfugge a ogni regola e che può trasformarsi in focolaio di odio e violenza.

Il radicalismo islamico non si presenta più solo con i kamikaze. Oggi avanza anche con i bonifici, con le associazioni di facciata, con i tribunali della sharia in versione europea.

La sua ambizione è chiara: minare la nostra civiltà dall’interno. Ecco perché non possiamo più tacere!

Se restiamo in silenzio, saremo complici della nostra stessa resa. Difendiamo la nostra civiltà, o la perderemo per sempre!

 

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